"Saltamartini parla, Alessandri sta zitto. Vogliamo delle risposte". Il capogruppo Alberto Mazzacchera interviene, numeri alla mano

Il capogruppo consiliare Alberto Mazzacchera esprime preoccupazione per il rischio di chiusura del vecchio Celli a Cagli, a causa della mancanza di risorse per l'adeguamento antisismico. Il Santo Stefano Kos Group potrebbe essere a rischio.

"Saltamartini parla, Alessandri sta zitto. Vogliamo delle risposte". Il capogruppo Alberto Mazzacchera interviene, numeri alla mano

L’ospedale Celli di Cagli

Sul rischio chiusura per il vecchio Celli con i servizi del Santo Stefano interviene anche Alberto Mazzacchera, capogruppo consiliare di ’Fare Comune’ nel Consiglio comunale di Cagli: "Non rassicurano affatto ma anzi preoccupano, e molto, le recenti affermazione dell’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini che non indica risorse per l’adeguamento antisismico della struttura del Celli. Nel perdurante silenzio della Giunta Alessandri, l’assessore Saltamartini lascia intendere che per il Celli (aperto con una deroga scadente a dicembre 2024) si dovrebbe addirittura attendere la realizzazione della nuova struttura dell’Ospedale di Comunità (che non è un vero ospedale dovendo funzionare con medici di base ed infermieri). Mentre l’attenzione è volutamente focalizzata sul ’finto’ piccolo ma costoso ospedale di 3.380 metriquadri (che ha uno spazio utile di appena 2.230 metriquadri), cresce il rischio per la permanenza del Santo Stefano Kos Group.

Infatti il vecchio grande fabbricato del Celli deve essere adeguato alla normativa antisismica il che importa una serie di lavori di consolidamento e sostituzione delle attuali pesanti coperture in laterocemento con la contenuta perdita di circa 500 metriquadri (attualmente misura 8.377 metriquadri). Va sottolineato come il Santo Stefano aveva in programma, con risorse proprie pari a due milioni di euro, di potenziare a Cagli l’offerta con un valido centro diagnostico se solo ci fosse stata in questi ultimi anni, da parte della Regione, la certezza di tali lavori. Ma ora il rischio più grande è che in mancanza dell’adeguamento antisismico del Celli (e conseguente perdita dell’accreditamento a fine 2024) il Santo Stefano dovrebbe addirittura chiudere. Si comprende quanto sia urgente e non più derogabile stanziare le risorse necessarie per il Celli che eroga servizi essenziali per Cagli ed il territorio. Il progetto di adeguamento del Celli stilato nel 2017, non è mai stato appaltato. A distanza di circa sette anni, nel luglio del 2024 tale progetto, aggiornato ai nuovi costi, è stato formalmente consegnato dal medesimo ottimo studio tecnico che lo aveva redatto in precedenza. Per mettere in sicurezza il Celli occorre la cifra di circa 4,5 milioni di euro. Sull’attualità del Celli, sui seri problemi di emergenza urgenza, sul promesso ma non attivato punto di intervento territoriale (Pit), l’assessore Saltamartini e la Giunta Alessandri dovrebbero fare chiarezza a meno che non ci sia un piano per spogliare Cagli anche del Santo Stefano Kos Group a favore di presidi ospedalieri limitrofi".

Mario Carnali