Scavolini Pesaro cerca operai, ma non si trovano: "Colpa del reddito di cittadinanza"

Valter è convinto che molti giovani non si candidano perché percepiscono il sussidio. "E la scelta di mandare in pensione a 60 anni è stata devastante"

Valter Scavolini sta cercando operai generici e specializzati

Valter Scavolini sta cercando operai generici e specializzati

Pesaro, 21 settembre 2021 - Lavorare alla Scavolini equivale al posto fisso di una volta. Una fabbrica, quella di Montelabbate, che ricorda l’impiego in banca: nessuno mai è finito in cassa integrazione, nessuno mai ha ricevuto lo stipendio con un giorno di ritardo. Ma nonostante tutte queste buone premesse, che una volta avrebbero fatto correre frotte di candidati, la grande azienda di Montelabbate si è vista costretta a pubblicare sul nostro giornale una serie di inserzioni pubblicitarie per la ricerca di personale. Operai generici, specializzati e addetti alle macchine a controllo numerico. Con l’aggiunta che si richiede anche "manualità e precisione" e quindi "disponibilità ad orario flessibile anche su turnazione"."C’è una bella ripresa e il mercato è tornato a tirare – dice Valter Scavolini – per cui siamo alla ricerca di personale. Ma non si trova"

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Per quale motivo? "Non so perché, ma credo che alcuni provvedimenti presi in questi ultimi anni dal governo hanno avuto un effetto contrario a quello sperato".

Cosa intende? "Per esempio il reddito di cittadinanza. Perché c’è gente che non cerca lavoro, forse preferisce prendere il contributo e poi magari arrangiarsi facendo qualche lavoretto".

Solo questo? "No, perché sono nati problemi anche con la collocazione in pensione con il provvedimento quota 100. Ha tolto dal mercato del lavoro persone anche a 60 anni che avrebbero ancora potuto lavorare tanto grazie ad una solida esperienza. Dipendenti che è difficile da sostituire".

Si torna come ai bei tempi che le aziende andranno a ‘rubarsi’ il personale a vicenda? "No, ancora questo non succede. Almeno – continua Scavolini – noi non lo facciamo perché abbiamo rispetto per i colleghi. Non siamo ancora arrivati a questo punto".

Scavolini è la punta dell’iceberg, diciamo quella che salta all’occhio, di una situazione comunque diffusa e molto sentita dal mondo imprenditoriale: "E’ uno dei principali problemi di cui si discute in questo momento – dice Lorena Fulgini rappresentante del mobile-legno all’interno di Confindustria –. Si parla tanto della mancanza e della difficoltà nel reperire personale, soprattutto specializzato, così come del problema del rincarto delle materie prime. Il nostro settore e cioè quello dell’arredo sta avendo un momento di boom ed i dati del semestre sono lì a testimoniarlo. Le uscite anticipate dal lavoro? Un problema che esiste ma che è anche dettato dal fatto che non c’è ricambio generazionale. Ed un dato molto significativo arriva dalle scuole tecniche e professionali dove basta guardare il numero delle iscrizioni che ci sono al primo anno facendo poi un paragone, per esempio, con il liceo scientifico dopo i nuovi iscritti, vado a memoria, sono circa 400".

E allora cosa cercate di fare, assisterete alla concorrenza tra ditte per accaparrarsi i migliori operai? "No, questo non credo proprio che succederà e nemmeno ne ho mai sentito parlare tra i colleghi industriali – continua Fulgini –. Ci può essere invece un problema legato magari alle esigenze personali, alle problematiche familiari che magari spingono dipendenti a trovare soluzioni diverse all’interno delle varie fabbriche con passaggi da grandi a piccole e viceversa".

Comunque è sintomatico il fatto che questa mobilità tra dipendenti è certificata un po’ da tutti, che le poche fabbriche che hanno avuto problemi in questo anno e mezzo, anche per ragioni legate alla pandemia, hanno visto molti dei loro dipendenti dimettersi per trovare nuove collocazioni in altre aziende.

m. g.