Scuole al traguardo: "Un anno da ricordare"

I dirigenti: "Abbiamo avuto dai ragazzi una grande risposta per superare i problemi". E anche l’estate sarà sfida e apprendimento

Migration

Un altro complicato anno scolastico termina oggi con l’ultimo squillo della campanella, suono che tanti studenti hanno imparato a non dare più per scontato, dopo la riduzione delle lezioni in presenza e l’introduzione della didattica a distanza a causa della pandemia.

Nonostante le difficoltà, gli istituti urbinati sono riusciti a superare gli ostacoli, adattandosi alla situazione e tirando fuori il meglio dalle proprie potenzialità: "Oggi finiscono le lezioni, ma la scuola non si ferma mai - commenta il dirigente del "Raffaello", Daniele Piccari -. Anche se l’annata ci ha messo tutti alla prova, il bilancio è positivo, tuttavia quella che ci aspetta sarà ancora più dura, perché dovremo recuperare rapporti e quotidianità. Nel 2020 abbiamo pure cambiato sede: siamo contenti che ci sia, e di questo ringraziamo Comune e Provincia, anche se ci stiamo un po’ stretti. Per il momento abbiamo reinventato attività e spazi e ci stiamo adattando, aspettando fiduciosi ciò che sarà".

Molto complessa anche l’annata dell’Itis Mattei, che però è riuscito a salvaguardare le attività pratiche, centro della sua offerta, grazie "alla possibilità di proseguire sempre con le lezioni in laboratorio. Ciò ha anche permesso di non interrompere le relazioni tra studenti e docenti - spiega il dirigente, Sergio Brandi -. Abbiamo sofferto molto i continui cambi delle percentuali di studenti ammessi a lezione, ma ci siamo adattati con attività che compensavano la Dad e con il Piano estate riusciremo a favorire la ripresa".

Punto focale dell’organizzazione del Laurana-Baldi è stato il non dividere le classi: "Volevamo che crescessero insieme, perciò non abbiamo mai adottato il metodo di metà gruppo in presenza e metà a distanza - spiega la dirigente, Claudia Guidi -. Abbiamo sempre cercato di farli venire a scuola e usato tutti i finanziamenti a disposizione, sia per lo sportello psicologico, sia per svolgere ogni progetto mattutino preventivato. Anzi, i ragazzi hanno sempre partecipato, vincendo pure dei riconoscimenti".

Sono diverse le scuole che hanno sfruttato lo sportello psicologico, tra cui l’Istituto comprensivo Pascoli: "Una novità che ci è stata molto d’aiuto. Speriamo di continuare ad avere le risorse per una figura di supporto, in collaborazione con l’Università di Urbino - spiega la dirigente, Carla Campogiani -. Nonostante l’anno difficile e qualche quarantena, il sistema ha retto. Questo grazie alla grande partecipazione dei docenti e all’aver avuto, a differenza del 2019-20, una vera regolamentazione della didattica, anche se quasi mai abbiamo interrotto le lezioni in presenza".

È servito un po’ di tempo per descrivere tali regole a genitori e ragazzi, ma "pur di ritrovare aule, compagni e docenti, gli studenti le hanno accettate di buon grado - afferma Lorena Farinelli, dirigente dell’Istituto comprensivo Volponi -. Per familiarizzare con i nuovi termini li avevamo incontrati a inizio anno. Noi abbiamo avuto quasi il 100% di lezioni in presenza e le misure di precauzione non hanno mai impedito l’apprendimento, anzi. Ci siamo perfino attrezzati con strumenti appositi per le lezioni dell’indirizzo musicale e, con il caldo, abbiamo spostato delle attività all’aperto. È stato un anno positivo e ci apprestiamo a un’estate di impegno". In altre parole, le scuole urbinati hanno saputo rispondere con sapienza e saggezza alle sfide imposte dal Covid-19 dimostrando che si può fare didattica in qualunque condizione, a patto che non manchi mai la volontà di farcela.

Nicola Petricca