"Superbonus, da marzo niente stipendi"

Il rappresentante della Cgil edilizia Di Sante dopo lo stop del Governo: "Gli effetti di queste decisioni li vedremo con i licenziamenti"

"Superbonus, da marzo niente stipendi"

"Superbonus, da marzo niente stipendi"

Gianluca Di Sante è il rappresentante per il settore edile della Cgil. Ha idee chiare su quanto succederà di qui a poco dopo l’approvazione del decreto che blocca qualunque cessione del credito da bonus: "Nei primi dieci giorni di marzo, per mancanza di liquidità delle aziende, non verranno più pagati gli stipendi ai dipendenti. Sentiamo già di qualche decina di imprese, quelle soprattutto che sono nate con il superbonus, che sono in crisi vera. Ma anche prima di fine marzo si vedranno gli effetti di questo blocco della cessione dei crediti ed in pericolo ci sono centinaia di posti di lavoro".

E non va in senso contrario una nota della Confartigianato che per bocca di Emanuele Martelli responsabile del settore edilizia, sul tema della crisi di liquidità, aggiunge: "Molte nostre imprese hanno in pancia crediti da 80-90 mila euro fino ad un milione e mezzo di euro. Cifre che per il nostro target possono significare il fallimento dell’impresa. Serve trovare una sintesi per quanto riguarda i crediti già accumulati e avere una visione chiara di quello che sarà il futuro perché il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura deciso dal Governo rischia di avere conseguenze pesantissime".

Una battaglia, questa dei bonus e della cessione del credito, che è stato uno dei cavalli di battaglia della Cna che è stata la prima a lanciare l’idea dell’acquisto dei crediti agli enti locali tanto da avere l’ok da Provincia e dai comuni di Pesaro e Fano. "Una cosa incomprensibile quella che sta accadendo – dice il segretario regionale Moreno Bordoni – perché non solo si ferma tutta la filiera dell’edilizia, ma nessuno pensa che nel mezzo rischiano di rimanerci anche molti di quei condomini e quindi le famiglie che hanno avviato i lavori per la ristrutturazione".

Aggiunge: "Se le imprese non riescono a cedere i crediti la prima cosa che fanno è bloccare i lavori nei vari palazzi dove la gente vede le impalcature. Ed al quel punto o i condomini o le singole persone che sono coinvolte tirano fuori i soldi per andare avanti con i lavori oppure si ferma tutto. Una pasticcio di una gravità inaudita quello che è stato fatto dal Governo Meloni, che rischia di avere effetti devastanti. Si poteva anche immaginare che una situazione del genere e cioè quella del superbonus, non potesse andare avanti in eterno, ma era impossibile immmaginare che si girasse pagina dalla sera alla mattina come è accaduto stanotte con il decreto del Governo".

Un appello al presidente della Regione Francesco Acquaroli affinché spinga sul Governo per ottenere un retromarcia arriva da Alessia Morani del Pd che dice: "Il presidente della Regione Acquaroli si attivi per chiedere lo stop al decreto del governo sul blocco della cessione dei crediti. La decisione del governo – dice – è irresponsabile. Il rischio, anzi la certezza, è che migliaia di imprese si trovino dall’oggi al domani sul lastrico, con i dipendenti a rischio licenziamento. In un momento in cui, ancora, la nostra economia è fragile questo provvedimento può mettere la pietra tombale su un intero settore. Il l presidente della Regione compagno di partito di Giorgia Meloni, deve assumersi la responsabilità di una iniziativa affinché la Conferenza delle Regioni chieda l’immediata revoca del decreto".

m.g.