Non si placano le polemiche per la messa in scena, a Fano, dell’anteprima per gli studenti dell’opera La Traviata, con una Violetta transgender censurata ad Ascoli e Fermo. La scelta non è piaciuta al Polo della Famiglia. "Stravolgere un’opera così importante – commenta il coordinatore Fabio Sebastianelli – equivale a disegnare i baffi alla Gioconda. La storia e la cultura non si stravolgono a piacimento". Per Sebastianelli "la personale interpretazione del regista nulla ha che fare con l’opera di Verdi. Il fatto che prima di mandarla in scena si sia reso necessario un incontro con i presidi per una successiva comunicazione a insegnanti e genitori, la dice lunga sull’intenzione educativa dell’opera. Vigileremo sull’operato del Comune e denunceremo le mancanze o le prevaricazioni verso i cittadini".
D’altro avviso la deputata Pd, Irene Manzi: "Da Fermo e di Ascoli una scelta retrograda e incomprensibile: in un mondo in cui i giovani vedono di tutto, li si priva della possibilità di riflettere sulla realtà, abbattendo pregiudizi e stereotipi". Interviene anche l’Arcigay con Giacomo Galeotti, presidente Agorà Pesaro-Urbino. "Ci sorprende l’estremo pregiudizio che ha dettato il secco “no” da parte d alcuni sindaci. Siamo invece lieti che vi siano amministrazioni, come Fano, che hanno invece supportato la pregevole iniziativa facendo partecipare le scuole. Chi ha vietato quest’opera è allegramente inconsapevole della sua attualità e dell’assoluta coerenza con l’opera originale di Verdi. Avvilente che i ragazzi vengano sempre pensati come esseri da proteggere da cose che conoscono già o che sarebbe bene conoscessero attraverso il bello, come l’arte, e non attraverso la volgarità e disinformazione".