Un ring in barca Marinaio aggredisce il comandante

Il coltello da tonno puntato alla gola, le minacce di morte. Un’aggressione avvenuta nel perimetro di una barca, a 30 miglia dalla costa. Ad afferrare quella lama di oltre 30 centimetri, durante la battuta di caccia al tonno, è stato un marinaio contro il proprio comandante del peschereccio. E tutto perché, a detta della vittima, il primo non obbediva alle sue direttive e soprattutto buttava i rifiuti in acqua, nonostante gli avesse più volte vietato di farlo. "Tanto il mare è un grande bidone" commentava il marinaio mentre scaricava tra le onde, dal bicchiere di plastica ai resti del pescato. Ma le tensioni sono sfociate anche in attacchi verbali e fisici, compresi insulti e minacce di morte sui social. Fino a quel giorno di agosto di 2 anni fa quando sono dovuti intervenire anche gli altri marinai e persino la Capitaneria di Porto, per difendere il comandante da quell’assalto. Che ha denunciato il suo sottoposto. A processo con l’accusa di minacce aggravate e percosse è finito un marinaio pesarese di 39 anni. Ieri il suo difensore, l’avvocato Matteo Mattioli, ha però sollevato la tardività della querela per le percosse. Reato che quindi verrà depennato. È però stata ascoltata la vittima, il comandante, che ha riferito di aver subito più azioni persecutorie nei suoi confronti, oltre alle aggressioni con tanto di coltello. Il giudice ha così deciso di sospendere il giudizio per permettere la modifica delle accuse. Che da minacce aggravate dovrebbero passare a stalking.

e. ros.