Cna, a Pesaro imprese troppo vessate dal Fisco

Avere un’azienda in provincia, per un imprenditore vuol dire lavorare 201 giorni per l’erario e il resto dell’anno per la propria famiglia: questa la fotografia scattata dall’Osservatorio Cna

Troppe tasse

Troppe tasse

Pesaro, 25 maggio 2023 – Avere un’azienda a Pesaro o a Urbino, per un imprenditore vuol dire lavorare 201 giorni per l’erario e il resto dell’anno per la propria famiglia. Solo il prossimo 19 luglio avrà la certezza di alzare la serranda e portare a casa al tramonto l’incasso giornaliero. Ad Ancona il “tax free day” scatta quattro giorni prima, il 15 luglio. Gli imprenditori maceratesi festeggiano la liberazione dalle tasse il 10 luglio e gli ascolani il 7 luglio. Meglio di tutti stanno gli imprenditori fermani. Per loro il “tax free day” si celebra il 4 luglio.

La fotografia della tassazione delle imprese nei Comuni capoluogo è dell’Osservatorio Cna. A pagare meno tributi sono quelli di Bolzano, che devono lavorare per lo Stato Fino al 18 giugno mentre all’ultimo posto in questa graduatoria sono gli imprenditori di Agrigento che devo aspettare il 30 luglio per lavorare per sé stessi. Nella classifica dei 114 Comuni capoluogo Fermo si piazza al 14esimo posto, Ascoli Piceno al 42esimo e Macerata al 60esimo. Più indietro Ancona (90), Pesaro (97) e Urbino (98).

Le differenze nella tassazione dipendono dalla Tari e dalle rendite catastali. Lo studio della Cna calcola, per ogni città capoluogo, le tasse pagate da una impresa individuale con 5 dipendenti, ,430 mila euro di ricavi e 50 mila euro di reddito.

“Rispetto al 2019 la pressione fiscale è scesa” affermano il presidente Cna Marche Paolo Silenzi e il segretario Moreno Bordoni “consentendo di lavorare, mediamente, nelle Marche, trentatre giorni di meno per il fisco, grazie all’eliminazione dell’Irap, alla deduzione dell’Imu del 100 per cento e alla rimodulazione dell’Irpef. Ma si pagano ancora troppe tasse. Alle imprese marchigiane resta solo il 46,7 per cento di reddito disponibile. Il resto se ne va in imposte e tributi. Nel predisporre le politiche economiche e fiscali le istituzioni e le forze politiche devono tener conto che il 98 per cento delle imprese è di piccole dimensioni. Le nostre imprenditrici e i nostri imprenditori si meritano un fisco più leggero, più semplice e più equo. Ecco perché chiediamo una ulteriore diminuzione della pressione fiscale nel segno della semplificazione che garantirebbe a chi fa impresa una bozzata di ossigeno, dando nuovo slancio a tutti i settori produttivi”.