Notte da provinciali: quattro birre per dimenticare

Quattro bicchieri pieni di birra a spasso per la Prato. "Oh come mi sento prinviciale a lamentarmi della batosta, dovrei guardare oltre", nicchia un tifoso barbuto che striscia sulle transenne bagnate. Quattro belle birre esondanti e ubriacanti per l’ennesima umiliazione. E’ una Prato piena di spifferi, come la difesa biancorossa che fa acqua da tutte le parti. "Se piov maché pasa anca l’acqua" ("Se piove in questa difesa ci passa anche la goccia"), fa un altro tifoso. In cinquecento provinciali hanno sfidato il freddo e il gelo per gustarsi quattro "papette" dopo le tre con l’Ancona e le cinque con il Rimini. "Oh come mi dà gusto prender botte, ma se critico sono pronvinciale?", si domanda un po’ perso un altro giovane tifoso. C’è chi urla qualcosa a Sassarini, ma un altro lo redarguisce: "Cot urle, maché tì po’ metà chi te per, questi iè scars, ià fat na’ squedra da rida" ("Cosa urli, qui ci puoi mettere chi vuoi in panchina, ma questi sono scarsi, han fatto una squadra da ridere"). Soffia la borra (con la doppia erre) e perfino i tubolari della Prato tremano. Poi però si alleggeriscono. Finito il primo tempo, c’è chi prende la via di casa. Altri restano un po’ per fede un po’ per masochismo, perché, come recita uno degli slogan di questa parti, "Mai una gioia", oppure "Disperazione gioia mia". Più disperazione, che gioia, quest’anno, disperazione a pensare a come sia stato possibile propinare una simil squadra a tifosi provinciali sì, ma mica con l’anello al naso. Quattro birre in mano, barcollanti, per dimenticare. Notte fonda. Anzi, sprofonda.

d.e.