LORENZO PRIVIATO
Ravenna

Omicidio di Cervia, cuoco ucciso sotto l'effetto della cocaina

Il racconto di Colopi: "Stavo con lui per soldi" FOTO L'omicidio

Omicidio di Cervia, il corpo di Tani mentre viene portato via (Foto Zani)

Cervia (Ravenna), 19 aprile 2016 - La notte prima di uccidere il suo amante con un colpo di mannaia al collo il 22enne Antonio Colopi si era procurato della cocaina.

Nuovi retroscena emergono sul delitto passionale che domenica 10 aprile ha avuto come teatro una casa di villeggiatura in via Puglie a Pinarella di Cervia. Un amore omosessuale finito nel sangue.

Ed è stato lo stesso difensore del giovane, l’avvocato Vittorio Battistella del foro di Lanciano, a chiedere il test tossicologico, nell’ottica di una minorata capacità al momento dell’omicidio. L’esito non è ancora pervenuto, ma è ipotizzabile possa essere positivo sulla scorta di quanto dichiarato dall’indagato – che si era costituito nel pomeriggio a Lanciano, ammettendo l’omicidio – davanti al pm abruzzese Rosaria Vecchi. 

Durante l'interrogatorio Colopi ha ricostruito il rapporto che aveva col 55enne chef ferrarese Ugo Tani, col quale aveva una relazione e conviveva a Ferrara dal giugno 2015. Gli aveva trovato un lavoro di aiuto cuoco all’hotel Odeon di Cervia, dove Tani lavorava come stagionale ormai da cinque anni.

Antonio è un giovane solo, aveva lasciato Lecce e non era in buoni rapporti con la famiglia. E il rapporto tra i due non era paritario. «Stavo con lui – ha detto il 22enne – perché mi manteneva, dandomi circa 100, 150 euro a settimana. Lui era molto innamorato di me e anche particolarmente geloso. Anche io gli volevo bene ma mi piaceva ancora uscire da solo o con i miei amici». 

Per questo anche il sabato prima dell’omicidio i due avevano litigato. Antonio era uscito dalla casa di Pinarella, dove si trovavano da alcuni giorni, per vedere un paio di amici. A suo dire lo stesso Tani lo aveva accompagnato in auto a Cesenatico e da qui il 22enne avrebbe preso un treno per Rimini. Qui ha incontrato un amico, poi ha conosciuto un secondo ragazzo. Quando si sono separati è andato a casa di un’altra persona che conosceva «e che aveva la cocaina». Dopo averla ottenuta è tornato nella zona della stazione, ha girovagato fino alle 8 del mattine e poco dopo ha preso il treno per tornare a Pinarella. Quando è tornato nella casa del compagno erano le 9.15. 

I due – ha riferito l’indagato – hanno avuto una violenta discussione, ascoltata anche dai vicini, e poi sono venuti alle mani. «Tani mi ha dato una spinta, ha preso un coltello da cucina e mi si è avventato contro. Io l’ho disarmato e gli ho tolto il coltello, poi gli ho scagliato un fendente al collo».

Questa baruffa sarebbe durata in tutto un quarto d’ora. Ma gli investigatori dell’Arma hanno motivo di dubitare sulla tesi dell’autodifesa, dato che il fendente ha attinto la vittima nella parte posteriore sinistra del collo, come ha confermato l’autopsia, come se fosse stato colto di sorpresa. La Procura propende comunque per un’ipotesi di delitto d’impeto, non premeditato. 

Il giovane, che a suo dire avrebbe tentato inizialmente di rianimare il compagno, aveva poi lasciato Pinarella, al volante della Peugeot 407 di quest’ultimo e portando con sé anche il cagnolino della vittima. Alla sua fuga aveva assistito la proprietaria dell’appartamento, allarmata da quella situazione: le urla sentite poco prima e l’auto col baule aperto nel cortile.

Un volta entrata, assieme al titolare dell’albergo dove i due lavoravano, la donna ha fatto la terribile scoperta. Il corpo di Tani disteso nel cucinotto, ai piedi del frigorifero, era parzialmente avvolto in un lenzuolo rosa, lordato da una vistosa chiazza di sangue. Forse voleva caricare il cadavere sull’auto e portarlo con sé, ma è stato disturbato.