"Abusi sessuali su una tredicenne". Allenatore a processo a Ravenna

Per l’accusa l’uomo approfittava di lei quando le dava passaggi a casa

Ravenna, "abusi sessuali su una tredicenne". Allenatore a processo (repertorio Ravaglia)

Ravenna, "abusi sessuali su una tredicenne". Allenatore a processo (repertorio Ravaglia)

Ravenna, 20 dicembre 2018 - Violenza sessuale aggravata e continuata. È l’imputazione di cui dovrà rispondere l’allenatore ultra-quarantenne di una ragazzina ravennate all’epoca tredicenne accusato di avere di avere abusato più volte della giovane durante i tragitti palestra-casa. Il rinvio a giudizio, così come chiesto dal pm d’udienza Stefano Stargiotti, è arrivato ieri mattina dal gup Corrado Schiaretti: processo al via a partire da inizio maggio davanti ai tre giudici del collegio penale del tribunale. In quell’occasione saranno presenti anche i genitori della ragazzina, costituitisi parte civile con gli avvocati Paola Bravi ed Emanuele Fregola. La difesa – avvocato Carlo Benini – aveva chiesto per l’imputato il non luogo a procedere riconducendo l’accaduto a un equivoco e a un fraintendimento.

La denuncia era partita in seguito all’ultimo episodio lamentato: in quell’occasione, secondo quanto contestato dall’accusa, la 13enne era stata portata con l’auto di notte in punto isolato di aperta campagna. E lì era stata palpeggiata. Ma non appena tornata a casa, aveva deciso di confidarsi con la madre raccontandole fin nei particolari di quegli abusi sessuali subiti a suo dire dal suo allenatore quando la sera, dopo gli allenamenti, lui la riaccompagnava proprio su richiesta della mamma. I genitori del resto si fidavano di lui : dopotutto non c’era ragione per pensare il contrario; e poi il viaggio in auto fino a casa, era di pochi chilometri appena.

Resoconti che la ragazzina nell’aprile 2017 davanti al gip Antonella Guidomei aveva ripercorso sin nei dettagli, descrivendo quelle attenzioni presumibilmente subite dall’uomo. E lo aveva fatto a pochi metri da lui, in quell’occasione presente nei corridoi del palazzo di giustizia assieme al suo legale. L’indagato, che finora ufficialmente è sempre rimasto in silenzio, ha però informalmente negato ogni addebito mosso: mai toccato quella ragazzina e mai nemmeno pensato di abusarne.

Sull’uomo non era mai scattata nessuna misura restrittiva: forse perché perché in quella palestra, dopo il brusco allontanamento della 13enne che in seguito alla denuncia là dentro non ci aveva messo più piede, non c’era più nessun’altra ragazzina a offrire, almeno sulla carta, un possibile rischio di reiterazione del reato che giustificasse l’applicazione di una misure cautelare anche blanda.

La 13enne aveva parlato per quasi un’ora e mezza davanti al gip nel corso di un incidente probatorio in un contesto protetto durante il quale aveva collocato l’intera vicenda all’interno della vettura dell’uomo. Secondo quanto contestato dal pm Angela Scorza sulle base delle verifiche fatte dalla polizia, le attenzioni particolari dell’uomo verso la tredicenne, forte anche del suo ruolo di educatore sportivo, si sarebbero concentrare a fine 2016.

Quattro gli episodi chiave che l’apposita sezione della squadra Mobile aveva isolato anche sulla base della denuncia presentata dai legali dei genitori della ragazzina. In tutte le occasioni dopo l’allenamento: per almeno tre volte l’allenatore è accusato di avere bloccato all’improvviso l’auto e di avere baciato la tredicenne. E la quarta volta, dopo avere dirottato la vettura su una strada isolata di campagna, di averla costretta a baciarlo e di averla palpeggiata.

a. col.