REDAZIONE RAVENNA

Aggressioni al personale sanitario. Quadruplicate quelle fisiche: "I più a rischio gli infermieri"

I dati: tra il 2019 e il 2023 sono passate da 357 a 693, +94,11%. E le più colpite sono le donne. Palmarini (Uil): "Bisogna intervenire con forze dell’ordine, videosorveglianza e anche con le assunzioni".

Il Pronto soccorso di Ravenna in una foto d’archivio. Nel tondo Paolo Palmarini, Uilfpl

Il Pronto soccorso di Ravenna in una foto d’archivio. Nel tondo Paolo Palmarini, Uilfpl

Di episodi ce ne sono stati tanti. Dall’infermiera del 118 aggredita a Cervia a fine aprile alle numerose liti al Pronto soccorso. E poi i casi in cui la violenza è verbale, che fanno meno rumore ma che non per questo vanno sottovalutati. Negli ultimi anni si è iniziato a parlare sempre più spesso delle aggressioni nella sanità, e non è un caso: "Se facciamo il paragone tra il 2019 e il 2023 – dice Paolo Palmarini, segretario generale della Uilfpl Emilia-Romagna – ci accorgiamo che nel 2019 erano state in totale 357, nel 2023 invece 693. Ovvero +94,11%". Il dato comprende le aggressioni fisiche, verbali e contro i beni in tutta l’Ausl Romagna. Si può ipotizzare che la provincia di Ravenna pesi per circa un terzo, con circa 120 aggressioni nel 2019 e 230 nel 2023. Scendendo nel dettaglio, Palmarini spiega che quelle verbali sono state 318 nel 2019 e 468 nel 2023 (+47,2%), quelle alla proprietà sono passate da 4 a 83, e quelle fisiche da 35 a 142 (+305,7%). "Su queste ultime un dato rilevante è che il 70% delle aggressioni ha visto coinvolte donne e il 78% personale infermieristico – aggiunge Palmarini –. Mi sembra quindi evidente che sia la professione maggiormente esposta al rischio. Il 56% delle aggressioni fisiche avviene nei Pronto soccorso, nel 118 e nell’area della Psichiatria e delle Dipendenze patologiche. Sono numeri preoccupanti, l’aumento è esponenziale. Bisogna intervenire per mettere al sicuro coloro che si occupano tutti i giorni di garantire la salute dei cittadini".

Varie le misure che la Uilfpl ritiene che potrebbero essere utili: "Bene tutti i provvedimenti repressivi come, da ultimo, l’arresto in differita – dice Palmarini – ma bisogna maggiormente agire sul versante della prevenzione per evitare e contenere questi atti di violenza che negli ultimi anni sono in forte crescita. Servono volontà e risorse per aumentare i presidi delle forze dell’ordine e vigilanza non solo negli ospedali, ma anche nelle strutture territoriali, Cup e Case della comunità, potenziare la videosorveglianza e sistemi che possano immediatamente allertare le forze dell’ordine, investimenti per migliorare la logistica in funzione di una maggiore sicurezza del personale".

C’è poi il capitolo assunzioni, che torna sempre: l’esasperazione degli utenti per le lunghe attese non aiuta. "Assumere aiuterebbe anche a rispondere alle richieste dei lavoratori di una maggiore compatibilità tra tempi di vita e lavoro – prosegue Palmarini –. Molti professionisti stanno abbandonando la sanità pubblica per le continue richieste di doppi turni". Palmarini fa quindi riferimento alla finanziaria e ai fondi per la sanità: "Quelli previsti per il 2025 sono insufficienti a rispondere alle esigenze di cura delle persone, dove i tempi di attesa di visite, prestazioni diagnostiche e interventi chirurgici inducono spesso i cittadini a rivolgersi al privato o a non curarsi. Solo infatti la spesa farmaceutica quest’anno segna un aumento attorno al 17%". Così "la sanità sembra non essere considerata un valore da difendere e sul quale investire".

Sara Servadei