Alluvione a Ravenna: sculture, dipinti e collezioni di libri, un patrimonio andato perduto. "L’acqua è entrata come una furia"

Faenza, l’epicentro del disastro è il magazzino della Bottega Gatti, dove c’erano opere di Ontani e Paladino Ma in mezzo all’alluvione sono finiti anche un armadio affrescato da Giani e quadri di Giuseppe Tampieri.

Ravenna, 7 maggio 2023 – Sono inestimabili i danni al patrimonio artistico causati dall’alluvione. È il magazzino della Bottega Gatti, in via Pellico a Faenza, l’epicentro delle ferite provocate a sculture, dipinti e collezioni librarie. Novantacinque anni di storia sono stati spazzati via in poche ore: qui era conservata la documentazione di tutte le mostre a cui aveva partecipato la Bottega dal 1928 a oggi, insieme a opere di artisti quali Luigi Ontani e Mimmo Paladino. Volumi che attestavano la miriade di collaborazioni internazionali avute da Gatti – e con loro dal mondo dei ceramisti faentini – con artisti e musei di tutto il mondo. Sul posto sono arrivati ieri il presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli e l’omologo per l’Emilia Romagna Amilcare Renzi, accompagnati dal presidente della Provincia Michele De Pascale: "Il modello da seguire deve essere quello dell’alluvione nelle Marche del 2022. Allora furono messi a disposizione in tempi brevi 400 milioni di euro".

Opere d’arte rovinate nella ’zona rossa’ in borgo, a Faenza (foto Corelli)
Opere d’arte rovinate nella ’zona rossa’ in borgo, a Faenza (foto Corelli)

Purtroppo non tutte le lacerazioni saranno rimarginabili. Benché il magazzino della Bottega Gatti sia rimasto isolato per molte ore, l’entità dei danni è parsa enorme fin da subito. Il continuo e violentissimo flusso di acqua aveva trasformato l’interno del capannone in una sorta di vortice, dove tutto quanto – sculture, mobilio, le migliaia di libri – veniva lanciato da una parte all’altra.

"A raccontarmelo, in lacrime, sono state le persone che abitano qui di fronte, svegliate dai colpi sordi delle sculture che andavano in frantumi – rivela Davide Servadei, al timone della Bottega –. Una cassa di due quintali e mezzo è stata spinta dalla piena ad almeno otto metri da dove si trovava". I danni sono senz’altro nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro, molto più probabilmente dei milioni. "Alcuni di questi libri d’artista sono talmente rari da spingere i collezionisti ad avanzare offerte che talvolta sfiorano la sesta cifra" confida il sindaco Massimo Isola.

Qui ci sono opere da cui trasudano capitoli interi della storia dell’arte mondiale, quali i manifesti realizzati nell’epoca del Futurismo, risalenti agli stessi anni che videro arrivare proprio qui Filippo Tommaso Marinetti. Una piccola scultura di Ontani, ricoperta di fango ma integra, si erge ora malinconica su uno scenario di devastazione che a molti ha ricordato quello dell’alluvione di Firenze del ‘66, con una differenza tuttavia sostanziale: "La carta di molti dei volumi antichi che allora furono salvati era ricavata dai tessuti o dalla pelle di pecora" spiega Servadei. Lavare via il fango e asciugare quei libri fu un lavoro immane, ma con risultati in tanti casi notevoli. "La carta odierna, in pasta di legno, è invece molto più fragile dinanzi a quantità di fango come queste".

Il magazzino vicino appartiene agli eredi di una nota famiglia patrizia della città, proprietaria di uno storico palazzo nel centro di Faenza. Sono gli elementi stessi della collezione, fra cui si annoverano opere di Angelo Biancini e di molti dei grandi artisti del Novecento, a testimoniare la storia che hanno visto transitare loro davanti, come nel caso dell’armadio affrescato da Felice Giani – il pittore icona del Neoclassico italiano – voluto da uomini che avrebbero poi fatto il Risorgimento. "Una simile e prolungata esposizione all’acqua può essere fatale per molte opere – spiega uno dei proprietari –. Abbiamo qualche speranza in più per i mobili in massello".

Appaiono in condizioni critiche anche alcuni quadri di Giuseppe Tampieri, accatastati poco più in là: per salvarli sarà fatto ogni tentativo, viene spiegato, ma non sarà semplice.