
Le ’vecchie’ ambulanze di Ravenna
Ravenna, 2 novembre 2015 - Quanto può durare la vita di un’ambulanza? Difficile dirlo perché dipende da troppi fattori, a partire dalle capacità di chi si occupa della manutenzione per proseguire con il tipo di interventi nei quali il mezzo in questione è stato impiegato.
Certo, se passa la revisione in teoria un’ambulanza potrebbe macinare chilometri all’infinito. In pratica, per ovvie ragioni di sicurezza, sarebbe meglio di no.
Causa i risicati budget destinati alla sanità negli ultimi anni, anche a Ravenna il parco mezzi di emergenza del 118 sta racimolando chilometri su chilometri. Tanto che, come documentano le foto qui pubblicate, esistono mezzi con più di 500 mila chilometri al loro attivo.
Possibile? La normativa di settore non è sempre di facile interpretazione, anche perché accanto a riferimenti nazionali spesso contiene rimandi regionali. E tuttavia un limite lo indica: 7 anni o 300 mila chilometri.
La quantificazione del limite d’impiego dell’«ambulanza con infermiere» arriva dai decreti ministeriali 487 e 553 del 1987 recepiti da una più recente delibera dell’agenzia Sanitaria regionale. Limite identico viene individuato anche per l’«automedica», l’«ambulanza medicalizzata» e l’«ambulanza con soccorritore».
E se davvero quei 7 anni o quei 300 mila chilometri rappresentassero il Rubicone dei mezzi di emergenza, dati non ufficiali vedrebbero più di 20 degli oltre 30 mezzi in servizio sull’intera provincia già dopo il ponte (vale a dire in più del 60% dei casi).
È chiaro che il loro uso è demandato al buon senso: sarebbe oltremodo rischioso utilizzarli per interventi dove un minuto guadagnato significa una vita salvata. Anche se l’abilitazione a mezzo d’emergenza contempla pure tale scenario.
In questo senso, va dato atto che i cedimenti strutturali verificatisi negli ultimi mesi, hanno interessato trasporti di pazienti non critici. Come quando a fine luglio scorso a Castel Bolognese l’ambulanza si è bloccata perché il volante ha deciso che era giunta la sua ora: il paziente è stato subito trasbordato su altro mezzo di soccorso che ha proseguito la sua marcia. Mentre l’equipaggio ha invece dovuto attendere oltre un’ora fino all’arrivo del carro attrezzi vivendo sotto alla canicola quel singolare contrappasso: da soccorritori a soccorsi.
Tempo prima situazione analoga si era presentata a Riolo Terme per un problema al cambio. Mentre una decina di giorni fa a Faenza questa volta un’automedica si è ‘piantata’ in ragione sempre di una noia allo sterzo.
Risultato: causa pregressi problemi tecnici, ora tra Ravenna e Faenza non ci sono automediche disponibili e così la funzione viene coperta dalle ambulanze.
Andrea Colombari