
Il ristorante di Villa Abbondanzi a Faenza potrebbe centrare l’obiettivo Michelin. Il cuoco dell’Alexander: "I clienti sono la priorità".
Niente pioggia di stelle in provincia di Ravenna. Le tavole dei ristoranti ravennati continuano a brillare ma di luce propria, perché la Guida Michelin ha premiato altrove. Tutto come da pronostico, visto che la situazione perdura da anni. Va meglio alle altre province romagnole in cui i premiati diventano otto. Oltre alle due new entry, l’‘Ancòra’ a Cesenatico, il locale nato nella sede lasciata vacante dal ‘Magnolia’, e il ristorante Del Lago di Acquapartita, è stata confermata la stella, in provincia di Forlì-Cesena, alla ‘Buca’ di Cesenatico e al ristorante ‘Da Gorini’ a San Piero in Bagno e ai tre riminesi ‘Il Piastrino’, ‘Abocar Due Cucine’ e ‘Guido’. A questi si aggiunge l’unico due stelle, il ‘Magnolia’ di Longiano’, mentre l’altro stellato del Riminese, ‘Il Povero Diavolo’ di Torriana, ha da poco riaperto conservando il nome ma con una gestione diversa. La provincia di Ravenna resta, dunque, l’unica in Emilia Romagna a non avere ristoranti stellati. Per Alberto Faccani, due stelle Michelin, "Ravenna è un po’ sfortunata dopo i fasti di ristoranti stellati del passato". Il pensiero va subito al ‘La Frasca’ di Milano Marittima e alla ‘La Voglia Matta’ di Fusignano. Ma chi ha più buona memoria, ricorda anche ‘Tino’ a Massa Lombarda dal 1966 al 1977, oppure il ristorante ‘Maddalena’ a Marina di Ravenna dal 1969 al 1981 o ‘La Meridiana. Da Mario’ a Lugo. Negli anni Ottanta, una stella è andata anche al ‘Gigiolè’ di Brisighella e al ‘Tre Spade’ di Ravenna.
Guardando al futuro, secondo gli operatori del settore, il ristorante con più probabilità di raggiungere l’obiettivo forse già dal prossimo anno è ‘Il Fenicottero Rosa Gourmet’ di Faenza, all’interno di Villa Abbondanzi, confermato all’interno della ‘Guida Michelin Italia 2025’, dopo la prima selezione l’anno scorso. Fondamentale il supporto finanziario al progetto della famiglia Bucci. Restando a Ravenna città, tra gli chef più papabili, è ormai da anni in pole position Mattia Borroni che da quindici anni lavora al ristorante ‘Alexander’. "Quando si parla di Michelin sembra sempre che io sia rancoroso perché non ottengo il riconoscimento ma non è così – afferma lo chef classe 1990 –. Certo, non mi dispiacerebbe ottenerlo ma più passa il tempo e più scopro di essere felice la mattina se so che i clienti vengono a mangiare volentieri al ristorante. Quando penso a un piatto o a un menù, penso a fare stare bene i miei clienti, a fare una cucina che piace a un prezzo umano. Ogni anno affrontiamo la Michelin come se fosse il campionato del mondo, ma non dimentichiamoci che noi siamo cuochi, il nostro obiettivo non è appenderci una stellina al petto, ma impegnarci quotidianamente nel trattare i clienti come re, visto che ci dedicano tempo e denaro".
Roberta Bezzi