Auto a fuoco e minacce su TikTok alla ex

A Faenza arrestato 29enne di origine rom: pretendeva anche 80 mila euro a ristoro della fine della relazione, come da loro usanza .

Auto a fuoco e minacce su TikTok alla ex

Auto a fuoco e minacce su TikTok alla ex

Lei era arrivata a dormire di notte con il divano puntellato sul portone d’ingresso. Del resto l’ex compagno - un 29enne nato a Bologna e di origine rom - secondo l’accusa non s’era fatto mancare nulla per metterle paura. E nel vasto campionario di questa incredibile vicenda interamente maturata a Faenza tra dicembre e febbraio, si va da più di mille telefonate in poche settimane, a dirette su TikTok con minacce di morte passando da ben quattro veicoli a fuoco tutti appartenenti a familiari della donna per concludere con una tentata estorsione: 80 mila euro (poi diventati 60 mila) a ristoro della separazione, come secondo lui imporrebbe la legge rom, altrimenti non le avrebbe dato tregua.

Le indagini del locale Commissariato di polizia e della squadra Mobile di Ravenna coordinate dal pm Lucrezia Ciriello, hanno nei giorni scorsi portato all’arresto del giovane, rintracciato nel Bolognese, in esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Corrado Schiaretti per una sfilza di contestazioni (9) riassumibili in due ipotesi di reato: stalking (in concorso con persone ancora da identificare), estorsione (per indurre la ex a ritirare la prima querela per lesioni aggravate presentata il 16 dicembre in Commissariato) e tentata estorsione (per il naufragio del rapporto sentimentale).

Nelle carte trovano spazio anche quattro veicoli incendiati tutti di proprietà di familiari della ex: roghi per i quali, secondo il gip, il quadro indiziario raccolto dagli investigatori, converge sul 29enne quale responsabile diretto o comunque mandante. Ovvero 24 gennaio a fuoco un veicolo del fratello della donna; e poi 13 febbraio addirittura due veicoli del cugino e 14 febbraio il camper del padre sempre di lei. Anche il portone della donna era andato a fuoco: era accaduto la sera del 3 febbraio, cioè poche ore dopo una diretta TikTok nella quale il nostro avvertiva che da Bologna sarebbe andato a Faenza e lì sarebbe rimasto fino a quando non avesse mandato la ex in coma o sottoterra.

Il primo intervento della polizia manfreda alla casa dei due in quel momento ancora conviventi, risale al 15 dicembre scorso. Quel giorno lei, presa a pugni, era pure finita in pronto soccorso per una frattura delle costole: prognosi di 25 giorni. E la donna a quel punto si era decisa a denunciare: subito il pm aveva ottenuto l’allontanamento del 29enne da casa. Lui però era tornato suonando il campanello e danneggiandole il portone: e allora era stata chiesta l’applicazione del braccialetto elettronico. La donna però aveva ritirato la querela per paura delle minacce di morte dell’ex. Salvo poi tornare il 26 gennaio davanti alla polizia e raccontare tutto. Intanto i veicoli del suoi cari andavano a fuoco uno dietro l’altro. E finalmente il 23 febbraio ecco la querela per stalking in quello che il gip ha definito "quadro sconfortante" di molestie e intimidazioni anche verso quei parenti che lui riteneva responsabili della fine del rapporto.

Otto le richieste di intervento al Commissariato in tre settimane tra gennaio e febbraio. E ben 1.047 chiamate all’utenza di lei tra il primo gennaio e il 14 febbraio. Altrettanto vasto è il capitolo TikTok: nei video non solo si rivolgeva alla donna: ma aveva pure minacciato di morte un familiare di lei spingendosi a chiedere l’amicizia al figlio minorenne per postare una foto del garage della loro famiglia accompagnata da scritte del tipo ’Rip’ o ancora ’Mortah’.

Ma la questione indubbiamente più particolare, riguarda il risarcimento preteso per la fine del rapporto: la stessa ex aveva rilevato come sia usanza rom risarcire ogni volta che la vita matrimoniale venga interrotta per volere della moglie: a ristoro delle spese sostenute dalla famiglia del marito per le nozze. Chiarendo però che loro due erano stati solo conviventi. Il gip Schiaretti ha in ogni modo spazzato via tutto: la pretesa "non trova alcuna tutela dell’ordinamento giuridico italiano".

Andrea Colombari