REDAZIONE RAVENNA

Auto distrutte dal fuoco a Lugo. Il sospettato domani dal giudice

Il 29enne comparirà nell’udienza di convalida del suo arresto. Due i roghi dei quali deve rispondere. Ma gli inquirenti stanno cercando collegamenti con gli incendi di altre quattordici vetture.

Non ha precedenti, da una quindicina d’anni vive a Lugo con la famiglia la quale ora però si trova all’estero (il grosso in Marocco, il fratello in Francia). Risiede in un’abitazione non distante dall’ospedale e di recente è stato assunto come operaio da una grande cooperativa agricola romagnola. Questo è quanto: un fantasma insomma Soufiane Nkhili - 29enne di origine marocchina - fino a quando i carabinieri non lo hanno arrestato per due auto a fuoco di fatto inquadrandolo come il possibile piromane che per due mesi ha tormentato Lugo. Sedici auto distrutte dalle fiamme e una sola domanda: perché?

Sembra che informalmente il giovane si sia lamentato del fatto di non essere stato aiutato abbastanza dallo Stato. Ma non è detto che questo sia il movente. Anzi: sulla carta il 29enne potrebbe persino negare di essere lui il piromane notturno super-ricercato. La cartina al tornasole sarà dunque l’udienza di convalida fissata per domattina davanti al gip Corrado Schiaretti: in quella sede il sospettato - difeso dall’avvocato Giovanni Baracca - potrebbe cioè decidere di fornire una sua versione dell’accaduto. O potrebbe pure rimanere in silenzio, come da facoltà di legge. Vedremo. Di sicuro tutti i lughesi - e non solo - aspettano di capire come sia stato possibile.

L’ultima sortita attribuita al 29enne (pm titolare del fascicolo Silvia Ziniti ma di turno in quel momento pm Monica Gargiulo), risale alla notte tra giovedì e venerdì quando in via Risorgimento a fuoco verso le 2.30 ci sono andate due Fiat Panda. I militari, ben appostati, avevano notato proprio il 29enne prima sfrecciare, senza apparente motivo, lungo le vie del centro su di un monopattino. E poi avvicinarsi a una delle due vetture andate a fuoco: per l’accusa avrebbe innescato il rogo presumibilmente grazie a una spruzzata di alcol etilico sulle parti in plastica dell’auto: ciò avrebbe fornito la giusta latenza di propagazione per dileguarsi. La vettura più vicina aveva poi preso fuoco per contatto.

Il sospettato si era infine allontanato raggiungendo l’appartamento preso in affitto in cui ora vive solo. Ma i carabinieri lì lo avevano intercettato dichiarandolo in arresto e sequestrandogli sia gli abiti che il monopattino. Negli stessi momenti una squadra dei vigili del Fuoco impediva alle fiamme di propagarsi ad altri veicoli. Ora il 29enne si trova in carcere a Ravenna con l’accusa di danneggiamenti seguiti a incendio.

Naturalmente gli inquirenti (carabinieri della Compagnia di Lugo e del nucleo Investigativo di Ravenna) sono a caccia di ulteriori elementi per collegare il raid incendiario dell’altra notte con i precedenti cinque. A partire dal primo verificatosi nella notte tra il 5 e il 6 giugno in piazzale Tiziano; e poi in vicolo Giaccari, in via Macello Vecchio, di nuovo in piazzale Tiziano e il quinto, un mese fa, in via Marescotti.

Oltre ai veicoli distrutti, nella lista danni non bisogna dimenticare quelli arrecati a facciate e porte di abitazioni oltre che alle vetrine di un ex magazzino.