Bagnara dal boom a zero casi: "Prudente ottimismo"

Covid, il paese non fu toccato nella prima ondata mentre ebbe un’esplosione di contagi a febbraio. Il sindaco: "Torniamo a sperare"

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All’inizio del lockdown, nel 2020, nessun ammalato. Poi la pandemia ha rotto la tregua con il comune Bagnara di Romagna e i primi casi di Covid hanno iniziato a manifestarsi fino a quando, alla fine di febbraio, il paese è stato inserito nella fascia arancione scuro a causa della vicinanza con la località di Imola dove i contagi, come in altri 14 comuni della Regione stavano, all’epoca, fioccando. Ora la situazione è rientrata. "La settimana scorsa abbiamo riscontrato 2 soli casi – spiega il sindaco di Bagnara di Romagna, Riccardo Francone –. Durante i primi 7 giorni in fascia arancione scuro abbiamo registrato il picco dei contagi con 21 persone ammalate. Da un punto di vista lavorativo e professionale, Bagnara ha molti contatti con l’imolese. Diversi residenti lavorano lì. Inoltre in quel periodo si sono verificati i primi casi legati alla variante inglese che sappiamo essere più contagiosa". In totale, su una comunità di 2420 residenti, i casi registrati dall’’inizio della pandemia sono stati circa 145. I bagnaresi non hanno mai abbassato la guardia spronati dal loro primo cittadino, autore sui social di numerosi appelli alla prudenza. "In quella fase, quella dell’arancione scuro – continua Francone – abbiamo registrato anche i primi casi di Covid fra i bambini con sintomi leggeri come mal di testa, una febbre lieve, qualche colpo di tosse. Altri sono risultati positivi ma asintomatici. Quindi c’è stato un abbassamento dell’età media. Alcune persone appartenenti alla fascia 45-55 anni sono state anche ospedalizzate. I focolai che hanno interessato anche 5-6 persone si sono sviluppati per lo più all’interno di famiglie molto numerose. Per questo ho cercato di fare il possibile per convincere le famiglie stesse ed anche i ragazzi ad essere prudenti, a non aggregarsi. Bagnara è piccola, ma è comunque impossibile controllare ogni angolo del paese in modo continuativo". Ora i numeri sono rientrati nella media.

"Spero sia l’inizio di una nuova fase - sottolinea –. Se continua il piano vaccinale tenderei a valutare il futuro con un prudente ottimismo. E’ evidente che i vaccini siano perfettibili. Ma i risultati, a livello locale, si stanno manifestando. Effettivamente c’è stanchezza da parte della comunità nel far fronte agli obblighi e alle restrizioni. Psicologicamente per molti non è più sostenibile. Alcuni anziani non ce la fanno più a stare in casa, soli. Si rischia anche lo spegnimento dei ragazzi anche se tanto, delle evoluzioni future, dipende da loro. In questa fase - conclude - possiamo guardare e sperare solo nella misura in cui i comportamenti restino cauti".

Monia Savioli