Botte al rivale, altra condanna per Cagnoni

Quattro mesi e 10 giorni per lesioni e minacce al compagno della moglie, poi trovata uccisa un mese dopo. La Procura chiedeva 7 mesi

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Condannato per le lesioni, ancorché lievi, ma anche per le minacce al rivale. Una pena di 4 mesi e 10 giorni, una goccia nell’oceano se confrontata all’ergastolo definitivo per l’omicidio della moglie 39enne Giulia Ballestri. Il 55enne dermatologo Matteo Cagnoni incassa un’altra sentenza sfavorevole, ma limita i danni. La Procura, col vpo Adolfo Fabiani, chiedeva infatti 7 mesi. E la parte civile, Stefano Bezzi, con la tutela dell’avvocato Leone Spadoni, 31mila euro di risarcimento. Il giudice Roberta Bailetti ha chiuso questo mini processo Cagnoni-bis riconoscendo le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti, vale a dire la scintilla della gelosia come motivo futile e l’aggressione reiterata. E ha disposto a Bezzi una provvisionale di mille euro, oltre a 3400 di spese legali, con altri eventuali danni morali e materiali da domandare in sede civile. Cagnoni, ieri assente in aula così come l’ex rivale, all’udienza precedente si era scusato per l’episodio accaduto nel parcheggio di Marina Romea, dove entrambi andavano al mare, il 12 agosto 2016 – circa un mese prima del delitto nella villa di via Genocchi –, dopo avere avuto certezza della relazione extraconiugale della moglie. Aveva detto di averlo colpito con uno schiaffo a mano aperta, per poi inseguire senza però riuscire a raggiungere Bezzi.

Quel giorno, inoltre, aveva male a un braccio, facendo capire che non avrebbe potuto colpirlo troppo forte. Per il legale di parte civile, Spadoni, le scuse hanno finito per rappresentare un’ammissione dei fatti, confermati dal certificato medico – sei giorni di prognosi per lievi escoriazioni al volto – e dalle testimonianze di alcuni amici del medico con i quali lo stesso si era confidato. Hanno trovato conferma anche le minacce, a detta della parte civile corroborate dalla frase riferita da un amico di Cagnoni allorché gli disse ’scenderà un greco al porto’, ritenuta allusiva della volontà di una spedizione punitiva. Non accolta un’eccezione della difesa: secondo l’avvocato Gabriele Bordoni la nomina avvenuta il 17 maggio scorso dell’avvocato Giovanni Medri come tutore del dermatologo avrebbe richiesto la notifica di una nuova costituzione di parte civile di Bezzi. Una questione tecnica che comunque sarà riproposta in appello, che verosimilmente la difesa depositerà dopo aver letto le motivazioni della sentenza (90 giorni). La difesa, inoltre, chiedeva l’assoluzione per fatto di lieve tenuità, per quanto riguarda le lesioni, mentre non vi sarebbe stata prova delle minacce, da contestualizzare nella parola dell’uno contro l’altro, e con Bezzi che aveva un interesse ai fini risarcitori. Per l’avvocato Bordoni la sentenza – che non ha nulla a che vedere con quanto successo dopo – ridimensiona un episodio che fu comunque spiacevole, innescato dall’amarezza di un marito che aveva scoperto il tradimento della moglie.