REDAZIONE RAVENNA

Botte e minacce di morte. La compagna nel mirino

A processo 42enne di Faenza. Il pm: nemmeno il fratello e il padre erano riusciti a calmarlo durante le aggressioni alla compagna.

Il tribunale di Ravenna in una foto di repertorio

Il tribunale di Ravenna in una foto di repertorio

Il motore di tutto era l’alcol. E poi c’erano le offese, gli insulti, le minacce di prendersi la figlia e anche di ammazzare la compagna. Tutto nero su bianco nel decreto di giudizio immediato che ha proiettato a processo un operaio 42enne di origine straniera ma residente a Faenza e difeso dagli avvocati Luca Berger ed Eleonora Sgrò: da metà mese davanti al collegio penale del tribunale di Ravenna l’uomo dovrà rispondere di maltrattamenti aggravati continuati e di lesioni aggravate.

Secondo quanto contestato dal pm Raffaele Belvederi, le violenze, iniziate nel luglio del 2023, erano sia fisiche che verbali. Ovvero con cadenza di almeno una o due volte la settimana, il 42enne insultava la donna accusandola di andare in giro con altri uomini, di non lavorare, di non fare nulla in casa e di essere una mantenuta. E alle rimostranze di lei - prosegue l’accusa - reagiva picchiandola. Nel dettaglio il 15 maggio scorso, dopo averla insultata, l’avrebbe colpita all’occhio sinistro causandole un livido e minacciandola di portarle via la figlia se lei lo avesse denunciato perché "che cosa pensi, io mi prendo la bimba perché non sei nessuno".

Infine il 3 ottobre, ancora una volta tornando a casa in stato di alterazione dovuto all’alcol, ecco di nuovo una cascata di insulti e minacce pronunciati per futili motivi: "Sei una (...) adesso ti metto a posto io, cosa pensi... io prima o poi ti taglio il collo, ti ammazzo". In quell’occasione le aveva assestato una ginocchiata alla schiena; quindi, dopo essersi calmato per un po’, poco dopo la mezzanotte era tornato alla carica con pugni sulla fronte e menando colpi pure con un giocattolo in legno.

Di fronte a quella scena, erano intervenuti sia suo fratello che suo padre per interporsi nell’aggressione: ma non era servito a nulla; anzi l’uomo aveva iniziato a malmenare pure il fratello. Quindi aveva afferrato la compagna per i capelli e l’aveva trascinata per il corridoio fino alla sala da pranzo là dove era presente la figlia minorenne. Da ultimo, sempre secondo le verifiche degli inquirenti, aveva scardinato la porta e aveva schiaffeggiato il padre il quale era ancora una volta intervenuto, invano, per provare a contenere l’ira del figlio.

All’imputato è stata contestata l’aggravante relativa all’avere commesso il fatto contestato in stato di ubriachezza e alla presenza di una minorenne. In quanto alle lesioni, dovrà rispondere di quelle commesse sulla compagna in due differenti date, 15 maggio e 4 ottobre: ovvero ematoma all’occhio sinistro e lesioni a volto e braccia per prognosi di 8 giorni. All’imputato è stata ricondotta da ultimo una recidiva semplice. L’uomo, arrestato per i fatti del 3 ottobre, dopo l’udienza di convalida davanti al gip Janos Barlotti, aveva rimediato un divieto di avvicinamento alla donna a meno di 500 metri con applicazione del braccialetto elettronico, misura tutt’ora pendente. Lei non si è fin qui costituita parte civile.