Broker infedele, il conto dei truffati: "Risarcisca i danni da 2 milioni"

Iniziato a Bologna il processo che vede imputato per truffa il lughese Stefano Bonanni, ieri assente per motivi di salute

I loro avvocati si sono presentati in aula con decisione: vogliono giustizia per i loro assistiti. Sono una ventina le aspiranti parti civili che hanno chiesto di costituirsi, ieri, alla prima udienza del processo per truffa a Stefano Bonanni, 61 anni, ’broker infedele’ originario di Lugo ed ex subagente a Bologna di Assicurazioni Generali. I suoi ex clienti chiedono conto di oltre 2 milioni di euro , che l’agente avrebbe sottratto negli anni. E ora chiedono che pure la nota compagnia, assieme alle agenzie che nel tempo si sono succedute in città per l’appaltatrice di Generali Bologna Levante, e che hanno impiegato l’imputato come subagente, vengano citate come responsabili civili, e rispondano del danno da loro subìto. Una decisione su cui il giudice scioglierà la riserva prima della prossima udienza, fissata a febbraio 2023.

L’assicuratore (che nel 2020, dopo le indagini della Guardia di finanza e il fascicolo a suo carico dai pm Stefano Dambruoso e Rossella Poggioli, è stato licenziato da Bologna Levante e rimosso dal Registro degli intermediari assicurativi) deve rispondere dell’ammanco di ben 2.330.885,16 euro, sottratti, questa è l’accusa, "con artifizi e raggiri consistiti nel simulare l’emissione di polizze assicurative inesistenti" a 27 parti lese. Non tutte però hanno chiesto di costituirsi parte civile: alcune infatti hanno già agito in sede civile per ottenere il risarcimento del danno e comunque, di quelle che hanno fatto richiesta, alcune intendono costituirsi per il solo danno non patrimoniale avendo già agito in sede civile.

Tra i costituendi ci sono numerosi professionisti che a partire dal 2008 circa avrebbero versato cifre a più zeri al broker, rimpinguandogli mensilmente polizze con somme notevoli: una coppia, rappresentata dall’avvocato Giovanni Domeniconi, ha visto svanire nel nulla più di 400mila euro. Dove sarebbero finiti quei soldi? Secondo le accuse, in alberghi di lusso, viaggi, auto costose. Spese ingenti per uno stile di vita che sarebbe sfuggito di mano all’assicuratore. E la truffa – inizialmente gli fu contestata l’appropriazione indebita, capo poi modificato in truffa aggravata – nascerebbe dai raggiri messi in campo dal 61enne per convincere i clienti a stipulare le polizze.

Ieri Bonanni non era in aula per motivi di salute. "Stiamo valutando le condizioni per chiedere un rito alternativo", dice l’avvocato Matteo Ravagnani, che difende l’imputato col collega Gianluca Giorgi. Rito in cui dovrà tenersi conto dell’ambito risarcitorio: il patteggiamento intentato dalla difesa, fu respinto proprio perché non prevede il risarcimento delle parti offese.

Federica Orlandi