Sara Servadei
Cronaca

Aggressione a due controllori. Sui telefonini si diffonde il video

Faenza. Il filmato, girato da uno studente sul bus, diventa ‘virale’ su whatsapp (GUARDA IL VIDEO)

Un frame del video dell'aggressione ai controllori di Faenza

Un frame del video dell'aggressione ai controllori di Faenza

Faenza, 11 novembre 2014 - Le grida allarmate dei compagni di scuola che cercano di trattenerlo e calmarlo. Lo sguardo fisso e spaventato del controllore aggredito. Tutto filmato dall’occhio di uno smartphone. Quel minuto e due secondi di immagini, che in questi giorni sono circolate su tra gli studenti sul programma di messaggistica whatsapp (e, pare, sui social network), mostrano l’ultima parte dell’aggressione e l’impegno dei presenti nel tentare di dividere il 20enne dal controllore. Il nostro giornale ne è entrato in possesso. Nei frammenti mossi e un po’ sgranati si vedono alcuni momenti dell’aggressione, anche se la visuale è bloccata dai sedili del bus. Qualcuno si avvicina, lo afferra e lo tiene fermo chiedendogli di ‘stare buono’ mentre il controllore, aiutato dal collega, riesce a divincolarsi. Qualcuno grida «fallo scendere!», mentre il controllore dice «Adesso vengono a prenderti i carabinieri». Un ragazzo fa sedere l’aggressore, che tenta ancora di divincolarsi, e gli chiede «Che fai?» mentre in lontananza il controllore dice: «Mi ha aggredito, mi ha aggredito senza che io gli abbia fatto niente».

A quel punto i compagni del giovane, compresa la gravità dell’episodio, tentano di sminuire quanto appena successo. Nel frattempo le immagini mostrano solo i sedili dell’autobus. Una colluttazione trasformata in siparietto virale.

Ieri alla stazione dei bus, fra gli studenti i ragazzi i racconti e i pareri su quanto accaduto erano i più vari. «Purtroppo ci capita sempre più spesso di trovarci di fronte a ragazzi strafottenti e maleducati» dichiarava domenica al Carlino uno dei due controllori picchiati venerdì scorso da uno studente senza biglietto. Una frase che alcuni ragazzi negano, mentre altri confermano, talvolta con rammarico. È un universo complesso quello degli adolescenti, fatto talvolta di sfide e di ribellione, e soprattutto — nel caso dei ‘pendolari’ degli autobus — di abbonamenti. «Ce l’hanno quasi tutti, di solito chi ne viaggia sprovvisto è perché lo ha fatto da poco e ancora non gli è stato consegnato il tesserino — spiegano due ragazzi che fanno la spola con Russi —. Per il resto con i controllori c’è un rapporto di amicizia, ci si scherza». Così è per tanti, eppure i furbetti non mancano. Francesca e Zoe raccontano che è capitato di assistere a trasgressori ‘beccati’ e multati: «Di solito chi viaggia senza biglietto se passa il controllore cerca di scendere e fuggire senza riuscirci». «Se ne fregano, tanto non li beccano mai: quando il controllore li trova senza biglietto loro danno generalità false, e quella multa non la paga nessuno», racconta Giulia.

La testimonianza più preoccupante è invece Beatrice, che cinque anni fa sulla corriera per Pieve Cesato ha assistito a un episodio singolare che conferma la difficoltà del lavoro dei controllori: «C’era un ragazzo che era sempre strafottente, e una volta quando gli chiesero il biglietto rispose mostrando le parti intime. Non ricordo bene come andò a finire, ma penso fosse in regola: lo fece solo perché era un po’ fuori di testa». Tra i ragazzi che aspettano la corriera ci sono anche alcuni compagni del ragazzo protagonista dell’episodio di venerdì, alcuni lo difendono: «L’abbonamento costa tantissimo e non passano mai a verificare». Un ragazzo poi fa un’accusa, un po’ generica: «Secondo me spesso c’è anche razzismo nei controlli: una volta in treno io e un ragazzo di colore eravamo senza biglietto, ma la multa l’hanno fatta solo a lui».