Faenza, 11 novembre 2014 - Le grida allarmate dei compagni di scuola che cercano di trattenerlo e calmarlo. Lo sguardo fisso e spaventato del controllore aggredito. Tutto filmato dall’occhio di uno smartphone. Quel minuto e due secondi di immagini, che in questi giorni sono circolate su tra gli studenti sul programma di messaggistica whatsapp (e, pare, sui social network), mostrano l’ultima parte dell’aggressione e l’impegno dei presenti nel tentare di dividere il 20enne dal controllore. Il nostro giornale ne è entrato in possesso. Nei frammenti mossi e un po’ sgranati si vedono alcuni momenti dell’aggressione, anche se la visuale è bloccata dai sedili del bus. Qualcuno si avvicina, lo afferra e lo tiene fermo chiedendogli di ‘stare buono’ mentre il controllore, aiutato dal collega, riesce a divincolarsi. Qualcuno grida «fallo scendere!», mentre il controllore dice «Adesso vengono a prenderti i carabinieri». Un ragazzo fa sedere l’aggressore, che tenta ancora di divincolarsi, e gli chiede «Che fai?» mentre in lontananza il controllore dice: «Mi ha aggredito, mi ha aggredito senza che io gli abbia fatto niente».
A quel punto i compagni del giovane, compresa la gravità dell’episodio, tentano di sminuire quanto appena successo. Nel frattempo le immagini mostrano solo i sedili dell’autobus. Una colluttazione trasformata in siparietto virale.
Ieri alla stazione dei bus, fra gli studenti i ragazzi i racconti e i pareri su quanto accaduto erano i più vari. «Purtroppo ci capita sempre più spesso di trovarci di fronte a ragazzi strafottenti e maleducati» dichiarava domenica al Carlino uno dei due controllori picchiati venerdì scorso da uno studente senza biglietto. Una frase che alcuni ragazzi negano, mentre altri confermano, talvolta con rammarico. È un universo complesso quello degli adolescenti, fatto talvolta di sfide e di ribellione, e soprattutto — nel caso dei ‘pendolari’ degli autobus — di abbonamenti. «Ce l’hanno quasi tutti, di solito chi ne viaggia sprovvisto è perché lo ha fatto da poco e ancora non gli è stato consegnato il tesserino — spiegano due ragazzi che fanno la spola con Russi —. Per il resto con i controllori c’è un rapporto di amicizia, ci si scherza». Così è per tanti, eppure i furbetti non mancano. Francesca e Zoe raccontano che è capitato di assistere a trasgressori ‘beccati’ e multati: «Di solito chi viaggia senza biglietto se passa il controllore cerca di scendere e fuggire senza riuscirci». «Se ne fregano, tanto non li beccano mai: quando il controllore li trova senza biglietto loro danno generalità false, e quella multa non la paga nessuno», racconta Giulia.
La testimonianza più preoccupante è invece Beatrice, che cinque anni fa sulla corriera per Pieve Cesato ha assistito a un episodio singolare che conferma la difficoltà del lavoro dei controllori: «C’era un ragazzo che era sempre strafottente, e una volta quando gli chiesero il biglietto rispose mostrando le parti intime. Non ricordo bene come andò a finire, ma penso fosse in regola: lo fece solo perché era un po’ fuori di testa». Tra i ragazzi che aspettano la corriera ci sono anche alcuni compagni del ragazzo protagonista dell’episodio di venerdì, alcuni lo difendono: «L’abbonamento costa tantissimo e non passano mai a verificare». Un ragazzo poi fa un’accusa, un po’ generica: «Secondo me spesso c’è anche razzismo nei controlli: una volta in treno io e un ragazzo di colore eravamo senza biglietto, ma la multa l’hanno fatta solo a lui».