UGO BENTIVOGLI
Cronaca

Caffè più amaro. Anzi, salato. Rincari dei costi e materie prime. La tazzina al bar costerà di più

Il sindacato dei baristi di Confcommercio annuncia gli aumenti: "Colpa della crisi energetica aggravata dalla recente disdetta dell’accordo per il transito del gas russo e dall’incremento dei costi fissi dei locali".

Una barista del bar Bollicine in piazza Einaudi, davanti a via Diaz (Foto Giampiero Corelli)

Una barista del bar Bollicine in piazza Einaudi, davanti a via Diaz (Foto Giampiero Corelli)

Un recente sondaggio, promosso dal Sindacato Baristi di Confcommercio Ravenna, ha messo in evidenza gli effetti assai negativi sugli esercizi dei prezzi del caffè e della tassa sui rifiuti. Nonché della crisi energetica, aggravata oggi dalla recente disdetta dell’accordo per il transito del gas russo. Dal 2022, i prezzi delle materie prime hanno registrato aumenti vertiginosi, con incrementi particolarmente rilevanti per prodotti essenziali come caffè, burro, cacao e uova solo per citarne alcuni.

In questi ultimi tempi, poi, gli eventi climatici estremi hanno avuto un effetto devastante sulle coltivazioni di caffè in paesi chiave come Brasile, Vietnam (il maggior produttore mondiale di Robusta), Colombia, Costa Rica e Honduras. Così, i prezzi delle miscele Arabica e Robusta sui mercati internazionali hanno raggiunto i massimi dagli anni Settanta: +83% per la Robusta e +48% per l’Arabica. Secondo il Coffee Market Report di dicembre 2024 dell’International Coffee Organization, oggi il costo medio tra le borse di New York e Londra di una libbra (poco meno di mezzo chilo) di caffè verde è di quasi 3 dollari, cresciuto di oltre il 10% rispetto a un anno fa. Questo prezzo diventa – a seconda dei quantitativi e della qualità ordinata – di 25-35 euro al chilo per i baristi.

"Molti operatori del settore – sottolinea Chiara Belloni, Presidente del Sindacato Baristi di Confcommercio Ravenna – si trovano costretti ad introdurre aumenti correttivi sui prodotti di caffetteria per far fronte all’aumento dei costi. È importante ricordare che il prezzo della tazzina non dipende solo dall’acquisto delle materie prime, ma è influenzato dai costi fissi che ogni attività deve sostenere. Parliamo di utenze sempre più onerose, affitti in costante aumento e dei costi del personale, che rappresentano voci fondamentali per garantire un servizio di qualità e il giusto livello occupazionale".

Anche il cacao soffre gli effetti della crisi climatica e il burro è aumentato quasi del 50% dal 2021. La situazione è altrettanto critica per le uova: i prezzi medi nell’Unione Europea rivelano un incremento del 25% tra agosto e dicembre, con quotazioni che hanno superato i 240 euro per 100 chili: il valore più alto da un anno e mezzo a questa parte. Belloni evidenzia come i professionisti del settore preferirebbero evitare tali rincari, ma le attuali condizioni economiche li rendono inevitabili: "A peggiorare la situazione – aggiunge la stessa presidente – si aggiunge l’introduzione della tariffa puntuale per i rifiuti, che comporterà un ulteriore aumento nel 2025, dopo quello già applicato nel 2024. Questo aumento è dovuto al fatto che famiglie e imprese dovranno coprire i maggiori costi legati al conferimento non conforme. È infatti stato previsto che, a partire dal 2025, i ritiri annuali saranno ridotti da 53 a soli 24, e chi non rispetterà i nuovi limiti dovrà far fronte a costi aggiuntivi".

Ugo Bentivogli