Caldo, weekend da record. Le chiamate agli anziani in difficoltà

Un migliaio di telefonate fatte dai volontari del 'nucleo fragilità': "A volte ci scambiano per truffatori"»

Gli anziani sono i primi a risentire dell’ondata di caldo

Gli anziani sono i primi a risentire dell’ondata di caldo

Ravenna, 24 giugno 2017 -  Temperature estreme, arriva l’allerta meteo. L’allarme lanciato dall’Agenzia regionale di Protezione Civile e da Arpae Emilia Romagna è scattato dalle 12 di ieri fino alla mezzanotte di oggi, e raccomanda di prendere misure di protezione contro le temperature torride.

Occorre quindi, specialmente per anziani, bambini molto piccoli, persone non autosufficienti o convalescenti, non uscire nelle ore più calde, dalle 12 alle 18, in casa proteggersi con tende o persiane puntando il climatizzatore su 25/27° (e non indirizzare il ventilatore direttamente sul corpo), bere e mangiare molta frutta, consumare pasti leggeri, evitare bevande alcoliche e caffeina e indossare abiti e cappelli leggeri e di colore chiaro non in fibre sintetiche.

LE CHIAMATE DEGLI 'ANGELI DEL CALDO'

«Pronto? Come sta? Tutto bene? Fa caldo, vero? Mi raccomando non esca nelle ore più calde, beva molta acqua e stia attento». La cura delle persone, specialmente di quelle più anziane, passa anche dall’attenzione e dalla prevenzione. E così dal 2005 è attivo il nucleo fragilità: un gruppo di volontari che all’inizio di ogni estate chiama le persone molto anziane o fragili per assicurarsi che stiano bene e che affrontino il caldo nel modo giusto, senza correre rischi.

«Ci muoviamo sul territorio con tre articolazioni: Ravenna, Faenza e Lugo – spiega Maurizio Piolanti, referente dell’area della non autosufficienza in particolare per Ravennate e Faentino – su indicazione delle Ausl sollecitate dalla Regione».

Da dove partite solitamente?

«Dai volantini con i consigli. Li mandiamo a casa a tutti i titolari di un assegno di cura, i contributi economici che la Regione dispone per le famiglie che decidono di accudire a casa un anziano non autosufficiente. Nel volantino diamo indicazioni al familiare di riferimento su come affrontare il caldo. Poi lasciamo materiale anche nei cup e nei servizi sanitari».

E poi partite con le telefonate.

«Esatto».

Come selezionate le persone da chiamare?

«Attraverso i servizi anagrafici estrapoliamo tra i pazienti dei medici di medicina generale tutti gli ultra 75enni. Tra questi selezioniamo poi gli ultra 95enni. Quindi mandiamo ai medici di medicina generale gli elenchi degli over 75 che abbiamo estrapolato e chiediamo di segnalarci persone tra i 75 e i 95 anni che vivono in condizioni di maggiore criticità, o sono le Ausl a segnalarci pazienti appena dimessi che potrebbero avere bisogno. Una volta calcolavamo anche il rischio per i singoli pazienti».

E come?

«Sulla base di fattori come le patologie che risultavano e gli accessi al pronto soccorso. Ora stiamo cercando di ritornare a un sistema simile. È lo stesso che verrà applicato anche alle case della salute per monitorare i pazienti e intervenire prima che i problemi insorgano».

Come funziona l’assistenza telefonica?

«Tramite le associazioni di volontariato convenzionate abbiamo arruolato alcuni volontari, a Ravenna sono circa 4/5, che all’inizio dell’estate chiamano over 95 e pazienti segnalati chiedendo come stanno e dando loro indicazioni su come proteggersi dal calore. Nei casi più critici chiamiamo di nuovo, a volte anche solo perché loro ce lo chiedono: cerchiamo di offrire il conforto della relazione».

Di quante persone stiamo parlando?

«A Ravenna gli over 95 sono 450, a Faenza 248, a Lugo 271. A questo va aggiunto circa un 5% di persone segnalate dai medici. Gli over 75 invece sono 24.306 a Ravenna, 11.051 a Faenza e 14.675 a Lugo».

Negli anni gli over 95 saranno aumentati.

«Sì, del 10% circa. E ci sono anche diversi ultracentenari».

Nel caso in cui rileviate delle situazioni difficili cosa succede?

«Ne diamo comunicazione agli assistenti sociali o al servizio infermieristico».

In questi anni di servizio ricorda situazioni particolari o difficili?

«No a dire il vero, è sempre andato tutto liscio. Però capita che gli anziani siano diffidenti e temono che i volontari non siano chi dicono di essere. Noi cerchiamo di rassicurarli fornendo loro tutte le informazioni sul servizio».