Campo di atletica di via Falconieri. Ecco cosa migliorare

Dopo sei anni dall'ultima riqualificazione, il campo di atletica 'Elio Marfoglia' necessita di interventi urgenti per risolvere problemi strutturali e di manutenzione. L'impianto, ora dedicato al triathlon e all'atletica leggera, presenta carenze nei servizi e deterioramenti evidenti.

Sono passati sei anni dagli ultimi lavori di riqualificazione che hanno interessato il campo di atletica ’Elio Marfoglia’ di via Falconieri che, terminati nel 2017, hanno permesso all’impianto cittadino realizzato nel 1966 di poter nuovamente ospitare manifestazioni sportive dopo diversi anni di stop forzato.

Un tempo dedicato anche ad attività diverse come canoa, sci di fondo e pallamano, attualmente è dedicato al triathlon e alle discipline dell’atletica leggera. Ora però occorre rivedere alcuni particolari, prima che piccole problematiche si trasformino in situazioni più gravi. All’entrata del centro sportivo la struttura che ospita spogliatoi e uffici ha l’atrio d’attesa spoglio, poco curato e da tempo sono state eliminate le macchinette per bevande e snack che offrivano un minimo di servizio ristorativo al pubblico e agli sportivi.

Il tetto dell’edificio, anche a causa della posizione in cui si trova, ha le tegole praticamente ricoperte da un tappeto di aghi di pino tra i quali comincia a nascere qualche ciuffo d’erba e, per una simile problematica, si può vedere qualche arbusto o erba spuntare anche dalla grondaia della copertura nella tribuna. Restando negli spalti mancano i pluviali che dal tetto scolano l’acqua piovana a terra, inoltre qua e là mancano alcuni seggiolini azzurri. Dalla parte opposta, il muretto che regge i pali alzabandiera sta rovinando, mentre la recinzione che separa il centro sportivo da viale Alberti a causa della caduta di alcuni alberi nel tempo si è piegata o è addirittura mancante. Un’ultima nota dolente è rappresentata dall’anello della pista di atletica: essendo totalmente all’aperto in alcuni punti le righe lungo le sei corsie da gara del percorso cominciano a scolorire.

Marco Beneventi