Casola Valsenio covid free: verso il 100% dei vaccinati: "Scettici convinti uno a uno"

In provincia di Ravenna, ha circa 2.500 abitanti: "Manca all’appello solo un centinaio di persone", racconta il sindaco

Il sindaco di Casola Valsenio, Giorgio Santini

Il sindaco di Casola Valsenio, Giorgio Santini

Ravenna, 14 agosto 2021 - C’è un luogo in Italia dove i vaccinati saranno presto il 100% della popolazione: Casola Valsenio, circa 2.500 residenti, realtà in provincia di Ravenna, conosciuta come meta per gli speleologi, oltre che come terra natale dello scrittore e poeta Alfredo Oriani e sede di un importante giardino botanico. I numeri: tutti gli ultra 70enni hanno completato il ciclo vaccinale. Sono più del 90% anche i vaccinati nella fascia 60-69 e in quella 50-59, mentre fra i 40-49enni la percentuale è del 78%. Sopra il 70% anche le percentuali per quanto riguarda le tre fasce d’età più giovani: gli studenti delle scuole, i 20enni e i 30enni. Numeri che a breve aumenteranno ancora. Il 4 settembre è in programma una giornata di vaccinazioni per tutta la fascia di persone in età scolare.

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"Manca all’appello poco più di un centinaio di persone", dice il sindaco Giorgio Sagrini (foto). Non a caso nel Comune non si registrano positività al Covid da maggio, con la sola eccezione di uno studente che ebbe un contatto con un compagno di classe positivo, in giugno, in una scuola di un altro comune. Come è arrivata Casola ad essere una terra libera da no-vax? "Merito del centro vaccinale che abbiamo allestito. Anche qui ci sono stati cittadini che davanti al rincorrersi di notizie e ordinanze avevano sviluppato scetticismo su AstraZeneca", dice il sindaco.

"Qui medici e farmacisti si sono messi subito in contatto con le persone più scettiche, una per una, spiegando l’importanza della vaccinazione e la bassissima incidenza di effetti avversi. E alla fine quelle persone sono venute a vaccinarsi". Casola non si è mobilitata solo mettendo a disposizione una sala: si è inventata un sistema di prenotazioni alternativo ai Cup, ha beneficiato di ore di lavoro gratis di infermiere e farmaciste, oltre che dell’impegno di associazioni di volontariato: c’erano sempre almeno 15 o 20 volontari impegnati a sanificare, mentre il ritmo delle vaccinazioni proseguiva al ritmo di 40 all’ora, con picchi di 60. Il 14 marzo si è tenuto il primo vax-day, seguito da altri quattro (più altrettanti per le seconde dosi).  

Filippo Donati