
Il piano delle aree allagabili del Comune attende il via libera commissariale
Le aree allagabili in cui dare sfogo alle acque del Marzeno, sulle quali la città si interroga da più di un anno, sono sostanzialmente già diventate tali nel momento in cui la piena le ha raggiunte e riempite. "La natura ci dà delle indicazioni chiare", ha osservato il sindaco Massimo Isola (foto): il progetto redatto dal Comune per la laminazione delle acque e la costruzione di barriere per il loro contenimento attendeva il sigillo della struttura commissariale; ha avuto quello del fiume in persona.
Le aree in questione, entrambe immediatamente a sud dell’area urbana, sono due, una sulla sinistra idrografica, a ovest – dove le acque esondate dall’abitato di San Martino hanno allagato il campo di paw paw che sorge a lato della provinciale modiglianese, trasformandolo in un lago artificiale ampio mezzo chilometro quadrato, fermandosi solo una volta raggiunto il terrapieno che sostiene la carreggiata – e l’altro sulla destra idrografica, a est, nel punto critico da cui la piena, attraversando un campo dopo l’altro, ha invaso per la terza volta il Borgo a partire da via Cimatti. Il futuro di quest’ultima area agricola dipenderà dal piano speciale per la ricostruzione che la struttura commissariale varerà a ottobre, anche se molto probabilmente – il condizionale è d’obbligo: il piano è ancora al livello di bozza, a quanto pare priva di cartografie – questo si limiterà a linee generali senza scendere nel dettaglio dei singoli interventi.
"In ogni caso il progetto c’è già, è pronto dal 23 febbraio", ha ribadito il sindaco in conferenza stampa, "e c’è un primo accordo verbale con il proprietario, che sarebbe disposto a vendere quei terreni al Comune perché possa farne un bacino di laminazione". L’ipotesi che un’opera del genere possa rivelarsi necessaria anche sulla sinistra idrografica è in campo: al momento nulla viene escluso, neppure l’opzione ‘nucleare’ di colmare di terra il sottopasso della circonvallazione in corrispondenza di via Cimatti – dove era stato rizzato un muro di blocchi di cemento, crollato non appena è arrivata la piena – chiudendo definitivamente la strada, e con lei la falla che divide le aree agricole affacciate sul Marzeno e il Borgo. Sia sulla sinistra che sulla destra idrografica sarebbe probabilmente necessario procedere ad alcuni espropri: il campo di alberi di paw paw che costeggia la Modiglianese abbraccia una villa che nella mattinata di giovedì si presentava quale un’isola abbarbicata su un fazzoletto di terra emersa, circondato dalle acque a vista d’occhio.
Anche nella porzione a est del Marzeno sussistono dei fabbricati, per lo più di carattere agricolo. Perché si possa procedere con la realizzazione di bacini di laminazione occorrerà una cassaforte legislativa: "Se il Comune avesse proceduto a espropri nel corso dell’ultimo anno si sarebbe trovato subissato dai ricorsi al Tar – prosegue il sindaco –: allora la questione sarebbe rimasta impantanata per dieci anni".
Filippo Donati