REDAZIONE RAVENNA

Chat a luci rosse con una 12enne: assolto

Ventenne chiedeva a una minorenne foto osé, ma lei non lo aveva corrisposto. Caduti adescamento e detenzione di materiale pedoporno

In una chat su whatsapp con un gruppo di ragazzi era coinvolta una ragazzina di soli 12anni, alla quale veniva chiesto l’invio di proprie foto osé. Su almeno una trentina di partecipanti, l’inchiesta dei carabinieri della compagnia di Faenza era arrivata a individuare un numero ristretto di giovani. Per un minore si è arrivati al perdono giudiziale da parte della competente procura di Bologna, un caso è pendente a Torino e un altro è stato archiviato a Ferrara, dove l’indagato aveva fatto in tempo a far sparire tutto. Ieri, a Ravenna, è arrivata l’assoluzione per un 25enne della provincia di Firenze, ventenne all’epoca dei fatti che risalgono al 2017, “perché il fatto non sussiste“. La Procura per lui chiedeva una condanna a un anno e nove mesi, accusandolo di adescamento e detenzione di materiale pedo pornografico. Nella sentenza del giudice Federica Lipovscek, che motiverà entro 90 giorni, potrebbe aver pesato il fatto che foto compromettenti della ragazzina nel cellulare e pc dell’imputato non sono state trovate: lui le inviava propri scatti a luci rosse e messaggi a sfondo sessuale con la speranza di essere ricambiato, ma lei non lo avrebbe mai assecondato. Al contrario, la stessa avrebbe girato proprie immagini a un altro giovane di Ferrara, che però le ha cancellate e la sua posizione è stata archiviata.

La famiglia della minorenne, che in seguito ha dovuto attivare un percorso di cura, era parte civile con la tutela dell’avvocato Marco Solaroli. Erano stati i genitori a scoprire il contenuto di quelle chat nelle quali la figlia interagiva, dopo che per una di queste aveva utilizzato anche una scheda sim della madre. I giovani coinvolti, provenienti da diverse città, si erano conosciuti nel contesto di gruppi social dedicati al sesso. Non si conoscevano di persona, ma interagivano tra loro scambiandosi messaggi e fotografie a luci rosse. In tribunale ieri ha parlato l’imputato, difeso dall’avvocato Cecilia Cappelletti di Firenze, il quale ha ricondotto l’accaduto a "un gioco del quale non avevo valutato le conseguenze", offrendo a riprova di ciò il fatto che avesse conservato tutti quei contenuti, poi trovati dai carabinieri. Assieme all’altro giovane di Ferrara, aveva aperto una sotto-chat con la 12enne, dal nome non equivoco, hot, finalizzata allo scambio di contenuti piccanti. Ha negato il proposito dell’adescamento dicendo di non aver mai pensato di incontrare quella giovane, che da come appariva riteneva fosse maggiorenne. La stessa sarebbe poi stata vittima di altre chat, attivate col passaparola, dai contenuti ugualmente espliciti.

Lorenzo Priviato