MILENA MONTEFIORI
Cronaca

Coronavirus Ravenna, Paolo Bassi. "Lavoriamo tanto, anche fuori dai turni"

Il primario di Malattie infettive tranquillizza sulla situazione: "Diffusione del virus limitata, tutto sotto controllo"

Il primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santa Maria delle Croci

Il primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Santa Maria delle Croci

Ravenna, 3 marzo 2020 - Dottor Paolo Bassi, primario di Malattie infettive dell’ospedale di Ravenna, qual è l’evoluzione del virus in provincia? I contagi accertati al momento sono due. Teme che ce ne possano essere altri? "La diffusione del virus, al momento, è estremamente limitata. Abbiamo avuto due casi di positività. È difficile ora prevedere se ve ne saranno altri, certo è che stiamo mettendo in atto tutte le misure per cercare di limitare il più possibile l’aumento di casi, grazie a un raccordo costante e strutturato tra ospedale, territorio e igiene pubblica, con il coordinamento delle Direzioni. Il sistema sta lavorando bene e permette un controllo costante della situazione".

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Qual è il rischio nel caso i contagi aumentino e si richieda il ricovero di più persone? "Come per qualunque patologia, ad esempio l’influenza stagionale, più aumentano le persone malate e gli accessi in ospedale più la struttura ospedaliera viene messa sotto pressione senza tuttavia alcun incremento di rischio".

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Si potrebbe valutare l’apertura di uno spazio ad hoc in ospedale solo per il coronavirus come il ‘reparto polmone’ per l’influenza? "Sono misure che andranno valutate a seconda di come eventualmente evolverà la situazione. Siamo in contatto costante con la direzione medica ospedaliera anche per questi aspetti".

Come state affrontando questi giorni di superlavoro voi professionisti della sanità? "Tanta fatica… Si lavora tanto e anche al di fuori dei turni: noi personale ospedaliero così come i colleghi di tutte le articolazioni aziendali interessate. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti i colleghi, medici, infermieri, oss e il personale tutto per l’impegno e l’abnegazione che ci stanno mettendo. È grazie agli sforzi di tutti che il sistema regge. Per quanto riguarda i timori, il personale sanitario ha spesso a che fare con situazioni delicate e difficili e, quando come in questo caso, si ha a che fare con nuove infezioni diventa tutto più difficile. Però siamo in possesso di buoni protocolli e li mettiamo in atto".

Al di là della sospensione delle attività didattiche e delle altre misure previste dal Ministero, come si può e si deve comportare una persona per evitare il contagio? "Vi sono alcune modalità di comportamento che sono state utilmente riassunte in un ‘Decalogo’ dal Ministero della Salute. Le principali sono di lavarsi spesso le mani con sapone evitando di toccarsi occhi, naso e bocca, e cercare di evitare contatti stretti con persone che abbiano sintomi influenzali, in particolare tosse e febbre".

Qual è la percentuale di rischio per una persona sana? E per una malata? "Allo stato attuale delle conoscenze la maggior parte delle persone colpite presenta una sindrome similinfluenzale e guarisce normalmente. Persone affette da altre patologie, soprattutto anziani, possono avere un andamento più complesso, tuttavia la percentuale di forme polmonari gravi è contenuta. Al momento nessuno che abbia avuto esito infausto è morto per coronavirus ma con coronavirus".

Nel caso una persona tema di avere contratto il virus. Come ci si deve comportare? "Vi sono indicazioni molto chiare in questo senso: la principale è che chi teme di aver avuto contatti col virus non deve recarsi presso il proprio medico o presso il pronto soccorso o altre sedi Ausl. In prima battuta bisogna utilizzare il contatto telefonico. Chiamare il proprio medico, o il 118, o per indicazioni più generali il numero verde regionale 800 033 033 o quello nazionale 1500. E lì si avranno indicazioni sul da farsi. In caso di sospetto fondato sarà l’azienda a procedere con la quarantena domiciliare volontaria se la persona ha avuto un contatto stretto con un caso positivo accertato, il tampone qualora vi siano anche sintomi e, sulla scorta dell’entità di questi, l’eventuale ricovero in sicurezza".

Quando si risolverà l’emergenza e come, secondo lei? "È una previsione difficile da fare. Vi sono tanti fattori e questa patologia è sostanzialmente nuova anche per noi".