
Per insulti e accuse infondate alla figlia di Ilenia Fabbri, uccisa nel 2021, prime offerte risarcitorie.
È iniziato ieri, con l’udienza predibattimentale, il processo per diffamazione contro due persone accusate di aver offeso Arianna Fabbri (foto), figlia di Ilenia Fabbri, la 46enne brutalmente assassinata a coltellate nella sua casa di Faenza. L’omicidio, avvenuto nel febbraio 2021, fu compiuto dal sicario Pierluigi Barbieri su mandato di Claudio Nanni, ex marito della vittima. Il movente economico apparve subito chiaro: Nanni rischiava di perdere una causa milionaria intentata dall’ex moglie. Entrambi – mandante e sicario – sono stati condannati all’ergastolo con sentenza definitiva. Tuttavia, non tutti hanno accettato questa verità giudiziaria con serenità. Sui social, qualcuno aveva insinuato dubbi e diffuso accuse pesanti contro Arianna Fabbri, che all’epoca aveva 21 anni ed è tutelata come parte civile dall’avvocato Veronica Valeriani, che era al suo fianco anche nel corso del processo al padre per l’omicidio della madre. Tra le teorie più fantasiose, si ipotizzava il suo coinvolgimento nel delitto e la presunta complicità della sua fidanzata. "Ergastolo anche a lei", "la figlia non è così limpida", "la fidanzata per me sapeva tutto", scrivevano alcuni utenti, senza alcuna base concreta.
Ora, due di queste persone devono rispondere delle loro parole in tribunale. Uno degli imputati è un 49enne di Forlimpopoli, residente a Londra, che si sarebbe reso protagonista degli insulti più gravi, anche di stampo sessista. Ieri, la sua posizione ha subito un rinvio: l’udienza è stata posticipata a maggio per un difetto di notifica. L’altra imputata è una 54enne di Pesaro, che ha tentato di risolvere la questione offrendo un risarcimento economico.
Al momento dei fatti, le indagini erano ancora in corso, ma la posizione di Arianna Fabbri era chiara: la giovane era stata usata dal padre e dal killer, che la notte dell’omicidio la fece uscire di casa pochi minuti prima dell’arrivo di Barbieri. Un dettaglio che, invece di sollevare sospetti su di lei, confermava il cinismo del piano criminale di Nanni.