"Diffamò Brumotti", Paname nei guai

Il trapper lughese ancora in tribunale, sempre per il videoclip contro l’inviato di Striscia la Notizia

"Diffamò Brumotti", Paname nei guai

"Diffamò Brumotti", Paname nei guai

Il suo scontro con Brumotti lo aveva già portato a patteggiare un anno e quattro mesi per vilipendio, istigazione a delinquere e tentata violenza privata. Ora il trapper lughese Paname, al secolo Amin Bajtit, si ritrova di nuovo a dovere fare i conti con la giustizia: questa volta per diffamazione in concorso con un 23enne foggiano sempre nei confronti del noto inviato di Striscia la Notizia. Tutto ha una identica origine: il videoclip pubblicato nel novembre 2021 per contestare la battaglia contro lo spaccio che da anni Brumotti ha intrapreso.

Tanto che nell’udienza preliminare di ieri mattina, l’avvocato difensore Nicola Casadio ha preannunciato che, sebbene di fronte a due eventi simili e non perfettamente sovrapponibili, chiederà l’applicazione del ’ne bis in idem’: ovvero non processare una persona per la stessa cosa due volte. A fronte di una conseguente richiesta di non luogo a procedere, il giudice Michele Spina ha per ora valutato che il caso meriti di essere approfondito in dibattimento. In attesa di sapere come finirà, vi raccontiamo cosa è accaduto.

La prima parte di questa vicenda giudiziaria si era risolta davanti al tribunale di Foggia: perché era stato nella provincia pugliese che il trapper lughese aveva girato la sua performance. Il filmato incriminato, dal titolo ’Brumotti Freestyle’ e che in rete aveva fatto il pieno di contatti (36 mila visualizzazioni in poco tempo), era stato girato nella cittadina di San Severo e si rifaceva a un servizio di Striscia trasmesso il 5 ottobre 2021 in cui l’inviato, documentando le condizioni di degrado delle periferie urbane con l’intento di svolgere una campagna di sensibilizzazione contro lo spaccio di stupefacenti, era stato aggredito e financo preso a pugni. Il reato di istigazione a delinquere contestato nell’occasione a Paname, derivava proprio dall’apologia (difesa) di quell’aggressione subita con questa frase: "Sai quanti danni chiedi a Giovanni... hai preso una stecca in bocca che ti basta per sei anni". Il ’trapper’, nel video, bersagliava l’inviato con minacce di questo tenore: "...Brumotti merda! Sulla tua testa ci sta una taglia...;...sanno che qua paga chi sbaglia...; un proiettile costa un euro e la tua vita non vale un cazzo...; ...se torni a San Severo ti svegli in mezzo agli ulivi" e "...ringrazia Dio ogni mattina se ti risvegli...". Il vilipendio era invece relativo al passaggio in cui diceva: "Sei più infame degli sbirri, anche se odio pure loro".

E l’appellativo di "infame" si trova anche tra quelli della contestata diffamazione oltre a "schifoso, ratto, preda" e pure a riferimenti non proprio gentili su una familiare del Brumotti.