Draga di Fincantieri in riparazione Ancisi: "Lavori al rallentatore"

La draga Deco1 di Fincantieri va in cantiere alla Rosetti di Marina di Ravenna, per riparazioni. L’argomento draghe al porto torna così nel mirino di Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna. Ancisi chiede al sindaco di conoscere quali lavori la Deco 1 abbia compiuto tra il 22 febbraio e il 5 maggio, se utili e accettabili oppure no; se la riparazione della draga è avvenuta o potrà avvenire, e con quali tempi; ma soprattutto se "il contratto stipulato con la Fincantieri potrà essere onorato nei modi e con le scadenze prescritte, pena dover ammettere che lo sviluppo del porto, dopo vent’anni di stasi, procede col passo del gambero, anziché con quella del suono, come ci viene incessantemente solfeggiato in chiave politica".

Ancisi cita le ordinanze della Capitaneria di porto del 25 febbraio e del 5 maggio di quest’anno e ricorda come il 6 luglio 2021 "l’Autorità Portuale di Ravenna ha affidato alla società Fincantieri Dragaggi Ecologici i lavori di dragaggio nell’avamporto e nel canale Candiano, che però non sono potuti iniziare perché il 30 agosto 2021 è stata rinvenuta nell’avamporto una bomba d’aereo residuata. Ancisi commenta che "tutto è sembrato pubblicamente procedere senza remore né preoccupazioni, fino al 25 aprile, quando Lista per Ravenna ha rivolto al sindaco l’interrogazione "Draghe controverse nel porto di Ravenna", tuttora in attesa di risposta. Essa riportava le notizie ricevute circa la Deco 1 su "un’avaria al motore riparabile solo a secco in un cantiere navale" e di "riparazioni con esito negativo", che tuttavia non avevano impedito che la draga continuasse ad operare, forse con problemi di sicurezza, specie se di notte. Nessuno a tutt’oggi ha smentito o precisato alcunché al riguardo, quasi si tratti di un interesse privato, anziché soprattutto pubblico". "Ed è così, come volevasi dimostrare, che la draga Deco 1 - conclude Ancisi - è stata affidata al cantiere Rosetti di Marina di Ravenna per essere urgentemente riparata. La Deco 1 avrebbe dovuto, nel giro di un anno, al costo di 9 milioni di euro, operare nell’avamporto, nel terminal crociere e nel terminal container, per estrarre dai fondali circa 240 mila metri cubi di fanghi".