
La donna, 85 anni, "si era invaghita del badante" (foto repertorio)
Faenza, 14 giugno 2017 - Dentro ci sono alcuni immobili, perlopiù a Riolo. Ma nella lista figurano anche vari conti correnti e addirittura un Picasso. Un Picasso autentico 20x30 del valore, da solo, di qualche centinaio di migliaia di euro. E chi se lo poteva immaginare che un’opera del celeberrimo artista spagnolo potesse essere custodita in un’abitazione riolese.
In ogni modo su tutto pende una richiesta di sequestro urgente appena depositata in procura nell’ambito di due testamenti contesi. A chiedere ai magistrati di fare luce sul passaggio di mano dei beni in questione, del valore totale di alcuni milioni di euro, è stato il nipote della facoltosa 85enne di Riolo Terme la cui morte la scorsa estate ha di fatto innescato la vicenda. A raccontare tutto, sotto garanzia di anonimato, è lo stesso nipote della signora, un bolognese assistito dall’avvocato felsineo Laura Becca.
«La zia – ha ricordato in una corposa memoria affidata ai pm – veniva aiutata da alcuni anni da una coppia per le faccende domestiche: una ragazza e il suo compagno». Quest’ultimo negli ultimi anni di vita della 85enne si sarebbe «progressivamente avvicinato» alla donna, «dapprima in veste di accompagnatore, poi di uomo di fiducia fino a rendersi assolutamente indispensabile». La storia a questo punto, secondo la denuncia, aveva preso una certa piega: «Purtroppo mia zia, già ultraottantenne, si era perdutamente invaghita di lui». E lui, «solo in sua presenza, si presentava come fidanzato».
Tanto che dopo il decesso della donna, «ho rinvenuto una serie di scritti, una sorta di diario, che se non fosse per l’incerta grafia, farebbero pensare ai tormenti di un’adolescente e non di un’ottantacinquenne». Vedi «la manifesta gelosia, nei confronti della compagna di lui che la zia riteneva sua rivale», oltre alla «richiesta di sottoporsi a un intervento ‘perché non ti operi l’amore è dentro di noi e non ha a che fare con il sesso è amore non è sesso il nostro…’. Secondo il nipote, l’altro «evidentemente aveva addotto problemi di salute per sottrarsi agli ardori» della signora.
Negli scritti inoltre «si leggono frasi come: ‘… mi consideri un giocattolo’, ‘io avevo scelto te ma tu hai scelto altro’. E ancora: ‘non voglio esser il tuo passatempo’, ‘era un grande amore’. Per il nipote, «come intuibile, la zia ha di pari passo all’innamoramento, progressivamente ricompensato l’uomo». Emblematico il regalo di un Picasso, «un disegno originale, pubblicato e già esposto, che la zia ebbe molti anni prima in dono dal compagno antiquario».
La signora negli anni «aveva sempre dichiarato di volere lasciare tutti i suoi beni a mia sorella» che, «separata, senza figli e con problemi legati all’alcol», viveva in un appartamento contiguo. La sorpresa era arrivata dopo il decesso dell’85enne, quando «appresi da un notaio di Riolo Terme dell’esistenza di tre testamenti redatti» nei tre anni precedenti e «con i quali il ‘fidanzato’ veniva nominato suo erede universale».
La sorella allora aveva deciso di «procedere comunque alla pubblicazione del testamento redatto in suo favore, ritenendosi unica legittima erede». Ma nel dicembre 2016 anche lei era morta. E anche in questo caso la situazione testamentaria si era complicata per via della presenza di un uomo: «Nell’ultimo periodo veniva aiutata da un ‘badante’» che «godeva della mia completa fiducia». Salvo comunicare dopo la morte della donna di «essere in possesso di un testamento redatto in suo favore» e, sempre secondo la denuncia, scritto «dopo che questi le aveva fornito una bottiglia di vodka».
Insomma, entrambe le donne, «pur con le dovute differenze», sarebbero state in balia di uomini sbagliati: «La zia non solo e non tanto per l’età, quanto per l’illusione di essere amata; mia sorella invece per lo stato di salute psicofisica che la rendeva di per sé permeabile a qualunque approfittamento».
Ora toccherà alla magistratura capire se dietro a ciò vi fossero state semplicemente infatuazioni sbagliate oppure se tutto sia cresciuto in un contesto di rilievo penale.