"Fabbrica dei marroni a rischio, intervenga il ministro Orlando"

L’appello di due deputati di Coraggiosa, Vietina e Mugnai, e del presidente dell’Unione, Massimo Isola

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"È un inizio anno dal sapore amaro per i lavoratori dell’Italcanditi". Anche i deputati di Coraggio Simona Vietina, sindaca della confinante Tredozio, e Stefano Mugnai intervengono in difesa dei lavoratori dell’azienda del Mugello, all’indomani dell’annuncio di voler chiudere lo stabilimento di Marradi, lasciando di fatto senza lavoro una decina di persone a tempo indeterminato e una novantina di stagionali. "L’azienda ha deciso di trasferirsi a Bergamo senza nessun reale motivo economico – protestano i deputati –. Il fatturato della Italcanditi è florido - 8,7 miliardi - grazie all’impegno dei lavoratori tra cui molte donne. A sole nove persone assunte a tempo indeterminato sarà offerta la possibilità di un trasferimento a Pedrengo, nel bergamasco, mentre non appare chiaro il futuro della maggioranza dei lavoratori stagionali".

Anche il sindaco Massimo Isola interviene sulla questione quale presidente dell’Unione Romagna faentina (l’azienda sorge pochi chilometri oltre il confine tra Brisighella e la Toscana): "Una vicenda, quella dello stabilimento Ortofrutticola del Mugello di Marradi, emblematica per un territorio come il nostro. In un momento di grave difficoltà, a causa dell’emergenza sanitaria, è inaccettabile che un’azienda con un passato storico importante come quella di Sant’Adriano, punto di riferimento economico di moltissime famiglie tra il fiorentino e il ravennate, nel quale peraltro viene lavorato un prodotto tipico dell’Appennino, venga trasferita per puro calcolo d’interessi senza tenere conto i gravi danni che provocherebbe all’economia delle nostre zone. Bene hanno fatto i produttori locali a paventare l’indisponibilità a fornire il marrone alla nuova proprietà che deve, e dovrà, continuare a essere lavorato nel nostro territorio. Come Unione siamo in contatto con gli organi istituzionali ai più alti livelli e con le rappresentanze sindacali. In questo momento così complicato il pensiero è rivolto alle tante operaie e operai dell’azienda, e alla comunità di Marradi, che stanno lottando per conservare il loro posto di lavoro, un diritto sancito dalla Costituzione. Le donne e gli uomini che lavorano nell’Ortofrutticola, ma la stessa comunità di Marradi, non devono sentirsi soli. Per questo assicuro che qualsiasi passo dovrà essere compiuto per far rientrare quella decisione di delocalizzazione, avrà il nostro sostegno". A essere penalizzati "da questo immotivato trasferimento", evidenziano Vietina e Mugnai, "non saranno solo i lavoratori dell’azienda ma anche le comunità a cui quelle persone appartengono. Perché verrà meno l’indotto di un territorio, Marradi, che dal 1984 si è specializzato nella produzione e lavorazione dei marroni. Chiediamo al ministro Orlando di intervenire con rapidità per evitare la chiusura dell’azienda, e di conseguenza far impoverire un territorio che ha contribuito al successo di un prodotto made in Italy nel mondo".