Ravenna, fabbrica proiettili in casa. Condannato a tre anni

L’uomo aveva un arsenale. Trovati nel garage migliaia di colpi e caricatori. Ma anche pistole e persino un kalashnikov

È un 58enne che da giovane andava negli Stati Uniti per partecipare ad addestramenti

È un 58enne che da giovane andava negli Stati Uniti per partecipare ad addestramenti

Ravenna, 19 luglio 2019 - «Qual è il mio lavoro? Fabbricare proiettili». Nel sentire quelle parole i poliziotti sbiancarono. Anche perché solo un anno prima gli avevano sequestrato tutte le armi in suo possesso. Invece, in quel garage, c’era un arsenale. Migliaia di colpi e caricatori. Ma anche pistole e persino un kalashnikov calibro 7,62 di fabbricazione sovietica. Lui, 58enne ravennate, non ha mai negato di essere un patito delle armi. Da giovane partiva alla volta degli Stati Uniti e, armato fino ai denti, partecipava a campus di addestramento al tiro. Vantava il fatto di poter colpire una sigaretta da ottanta metri, ed era fiero del brevetto di quel proiettile che portava come sigla le sue iniziali. Quando non sparava o armeggiava munizioni, pregava.

Assiduo frequentatore della parrocchia di Santa Maria in Porto, andava a messa tutte le mattine (per risolvere il paradosso, lo dicevano Sant’Agostino e San Bernardo che i cristiani non sempre respingono la guerra). Poi, dopo l’arresto del luglio 2018 e un iniziale periodo in carcere, qualche mese ospite della strutture di Don Ugo: non andò benissimo. E tornò in carcere. Ieri il Gup Corrado Schiaretti gliene ha inflitti tre di condanna – la Procura ne chiedeva uno in meno – con possibile libertà vigilata, ma non prima di un anno. Difeso dall’avvocato Francesco Papiani, l’accusa era quella di detenzione illegale di armi clandestine e da guerra e relativo munizionamento. In ragione di problemi di equilibrio mentale all’uomo (che dal punto di vista della sicurezza e dell’incolumità pubblica non ha mai dato grossi problemi) erano stati tolti i fucili regolarmente detenuti. Ma il suo passatempo, per lui un impiego, cioè maneggiare e fabbricare munizioni, lo portava a lavorare anche la notte. Con grande disappunto dei vicini, che a causa di quei rumori insopportabili varie volte avevano chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Fino a quando un bel giorno la polizia arrivò e si accorse che quell’uomo, disarmato appena un anno prima, teneva un piccolo arsenale. E subito finì in manette.

l. p.