Faenza, sos argini rotti In campo l’esercito per ricostruirli in fretta

Inizieranno a lavorare a breve in tre punti: via Renaccio, Borgotto e Saldino. Verranno usati massi ciclopici, di diverse tonnellate, per renderli più resistenti.

Faenza, sos argini rotti  In campo l’esercito  per ricostruirli in fretta

Faenza, sos argini rotti In campo l’esercito per ricostruirli in fretta

È atteso per le prossime ore l’arrivo dei genieri dell’esercito sulle rive del Lamone, per ripristinare gli argini nei punti colpiti dalle varie rotte che nella notte fra il 16 e il 17 maggio hanno allagato il centro storico, il Borgo, il quartiere che sorge attorno a via Lapi e il Borgotto, oltre che una grande porzione delle campagne. I punti critici in cui l’argine si è rotto sono tre: due nel bel mezzo dell’area urbana, in via Renaccio, nel Borgotto – in corrispondenza di via Fratelli Bandiera – e un terzo vicino a Reda, a Saldino. L’esercito è sin da subito parso l’unico a poter disporre dei mezzi e degli uomini sufficienti per mettere in campo in tempi rapidi un’operazione di quel tipo, giudicata necessaria per evitare che un innalzamento del livello delle acque, dovuto alle piogge tuttora in corso, possa far nuovamente tracimare il Lamone. I genieri si serviranno dei cosiddetti massi ciclopici: blocchi di roccia analoghi a quelli utilizzati per la costruzione di scogliere artificiali, dal peso di diverse tonnellate, i quali al momento paiono l’unica barriera capace di fornire garanzie nel caso le acque del Lamone tornino ad alzarsi. Garanzie che non darebbero invece la ricostruzione di argini in terra, che le continue piogge, attese anche per la giornata di oggi, contribuirebbero a rendere poco stabili, col rischio che quei punti si trasformino in potenziali cumuli di fango pronti a spalancarsi di nuovo dinanzi al fiume in piena. Con le piogge del pomeriggio di ieri in via Fratelli Bandiera e nel quartiere del parco Calamelli è tornata la paura: la situazione nelle strade del Borgotto, in via Renaccio e nel quartiere limitrofo di via Lapi e via Bettisi è del resto ancora critica; in vari punti delle strade è presente mezzo metro di fango, al di sotto del quale spesso si spalancano voragini nell’asfalto non visibili a occhio nudo, potenzialmente pericolosissime.

All’imbocco di via Lama, nel Borgotto, l’asfalto è stato sollevato dalle acque in blocchi larghi anche tre metri, che sono stati sradicati e sono depositati altrove. In questi due tratti della città – così come nella ’zona rossa’ di via Cimatti e via Pellico, e in quella di via Lesi e della parte sud di via Galli in Borgo– ci si muove ancora sfruttando dei camminamenti apertisi nei punti più alti: il deflusso delle acque, considerando che qui il livello del terreno è posto molto in basso, appare lentissimo.

f.d.