"Gas dell’Adriatico, risposta al caro-energia"

Il presidente del Roca, Franco Nanni: "Importarlo è un danno economico e ambientale. Basta la volontà di ricominciare a produrre"

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Gas, rinnovabili, Ravenna hub energetico. Ne abbiamo parlato con Franco Nanni, presidente del Roca (l’aùssociazione che raggruppa le imprese del distretto di Ravenna operanti nel settore offshore). Dopo quella che sembrava una sentenza senza appello, ovvero il ‘gas non ci servirà più perché abbiamo le rinnovabili’, ora c’è un ritorno di forte interesse verso questo forma di energia di cui è ricco l’Adriatico. L’ad di Rosetti, Oscar Guerra, in un servizio su Rete 4, ha detto che un metro cubo di gas importato costa alle famiglie 5070 centesimi, prodotto in Italia, 5 centesimi.

È questo il motivo per cui la bolletta di ogni famiglia è alle stelle?

"Il prezzo del metano è aumentato perché l’Europa si è fatta trovare con scarse scorte di prodotto nel periodo della ripresa. Questo rafforza la tesi che manca una cabina di regia per l’energia. Viviamo alla giornata. L’Italia in particolare ha vietato le nuove estrazioni dal 2019 in attesa di avere il nuovo piano delle aree il Pitesai. C’è stata una contrazione dei consumi in piena pandemia e noi non solo non abbiamo pensato di fare scorte, ma abbiamo addirittura sospeso la produzione del nostro metano. Quando tutto il mondo ha ripreso le attività naturalmente è aumentata la richiesta ed i nostri fornitori si trovano con una domanda superiore alle disponibilità e ciò, regola del mercato, fa crescere i prezzi. Certamente se fossimo più autonomi in energia soffriremmo di meno ma abbiamo fatto una scelta scellerata ed è logico che paghiamo bollette più care".

Quali condizioni servirebbero per riprendere a estrarre gas in Adriatico?

"Serve solo la volontà a riprendere a produrre gas metano italiano. Il metano non ha rischi d’inquinamento quindi anche il limite imposto per legge dopo l’incidente in Messico non ha senso. L’unico rischio reale è la possibile subsidenza che potrebbe creare un pozzo. Alcuni pozzi non hanno dato alcun fenomeno di subsidenza mentre altri hanno creato un cono ben delimitato. Con le tecniche che ci sono a disposizione si può conoscere esattamente quale può essere la dimensione della subsidenza. Basta tenere conto di tali dati".

Un quotidiano ha riportato che il 91% dei nuovi progetti per l’eolico attende l’ok da cinque anni. Anche per questo servirebbe probabilmente gas per produrre energia…

"I nostri governanti hanno interrotto le nuove perforazioni in Italia dando l’illusione di passare a energie alternative e più pulite. Tutti sono d’accordo con la transizione energetica per avere energia più pulita. Ma è un percorso molto lento e con le tecnologie che abbiamo a disposizione è impossibile sostituire completamente le energie da fossili. Pertanto è necessario che vengano sbloccati gli investimenti per avere energia green, ma noi avremo bisogno sicuramente ancora di metano per almeno 50 anni".

Ha notizie sul Pitesai?

"Il Pitesai è rimasto fermo nei governi Conte 1 e 2. Il Ministro Cingolani ha dichiarato che vengano rispettate le scadenze. Ci sono stati due tornate di osservazioni, fra l’altro ROCA ha partecipato a entrambe. A fine settembre il pallino è passato alla Conferenza Unificata e c’è stato un valzer di favorevoli e contrari. Il 18 novembre c’è stata l’ultima riunione e la prossima sarà il 2 dicembre. Poi deve seguire il percorso legislativo. Speriamo che con l’attuale crisi delle forniture si rendano conto per accelerare i tempi".

lo. tazz.