Gergiev e Rana uniti da Beethoven

Ravenna Festival, stasera alla Rocca il concerto della ’Cherubini’ che vede uniti il maestro russo e la pianista

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Ravenna Festival nel segno di Beethoven, che compie 250 anni, con Valery Gergiev sul podio a dirigere l’Orchiestra Giovanile Luigi Cherubini e Beatrice Rana al pianoforte: al centro il Terzo Concerto e la Pastorale. Il concerto di stasera alle 21.30 alla Rocca Brancaleone segna il ritorno del direttore d’orhcestra russo, ma anche della pianista salentina, per la prima volta al Festival, che ha scelto quest’occasione per il suo ritorno sulle scene dopo il lungo stop dovuto all’emergenza sanitaria. Gergievil direttore d’orchestra russo Valery Gergiev è sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini per il Terzo Concerto, con Beatrice Rana al pianoforte, e per la Pastorale. Questa dedica all’universo sinfonico del compositore di Bonn è anche il primo incontro in palcoscenico fra Gergiev ornerà sul podio lunedì 27 luglio, al Pavaglione di Lugo, con la sua Orchestra del Mariinsky (prevendite attive dalle 10 di oggi). Il maestro pietroburghese aveva da subito confermato la sua partecipazione, mentre per la presenza dell’orchestra era stato necessario attendere che la situazione si stabilizzasse e ora è confermata.

"Complice la pandemia, non ha ancora avuto i festeggiamenti meritati – commenta Beatrice Rana – felice del concerto che le permette di rendere omaggio a Beethoven". Per la pianista è la prima collaborazione con Gergiev e tornerà anche per Duets and Solos il 18 luglio, un inedito incontro fra danza e musica).

Il dittico beethoveniano – spiegano gli organizzatori – si apre sul Terzo Concerto per pianoforte e orchestra, sul cui manoscritto Beethoven scrive ’Concerto 1800’, l’anno in cui, trentenne già affetto dai primi problemi di sordità, decide di marcare una sorta di giubileo personale sul crinale dei due secoli. Con una personalità come la sua, capace di rivoluzionare non solo la musica ma pure il mestiere dell’artista, una celebrazione privata diventa però anche uno spartiacque tra due epoche. E così questo Concerto, che debutterà solo nel 1803 a Vienna, spalanca davvero le porte all’Ottocento: lo annuncia l’entrata assertiva e marziale del solista, che espone su ottave doppie il tema ascoltato in prima istanza dall’orchestra. Il dispendio muscolare richiesto non è teatralità, ma un’evidenza sonora potentissima, che trova nel Largo in mi maggiore il suo contrappeso etereo, forse tra le pagine più alte di tutta la produzione beethoveniana.

Nel 1808 nel presentare la Sinfonia n. 6 in fa maggiore, op. 68, Beethoven nota: "Sinfonia pastorella, più espressione del sentimento che pittura". Una raccomandazione forse bizzarra, ma non insensata, visto che ’pastorale’ a inizio Ottocento è un concetto stilistico ormai antiquato. E invece Beethoven vi dedica tutte le proprie energie per dimostrare che non è così: anche la logica astratta del sonatismo può servire a dar voce al sentimento della Natura. Quel sentimento che forse per il compositore è anche un irresistibile impulso a cercare nel contatto con la Natura una forma di liberazione. Scrive nei suoi quaderni, sette anni più tardi: "Qui, in campagna, non sono tormentato dalla mia atroce infermità. Mi sembra che nei campi ciascun albero mi faccia intendere la sua voce... Chi potrebbe esprimere tutto questo?".

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org. Biglietti: primo settore 40 Euro, secondo settore 20 Euro, under 18 5 Euro

L’appuntamento è in diretta streaming su www.ravennafestival.live