Graffi e strattoni ai bimbi, maestra a processo

Riolo Terme, i fatti nel 2019 in una materna. La stessa educatrice aveva denunciato per minacce tre genitori, poi assolti

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Aveva denunciato per minacce tre genitori, poi assolti davanti al giudice di pace. Ora, a processo, è finita lei, la maestra, con l’accusa di maltrattamenti e abuso dei mezzi di correzione. Fatti che risalgono al 2019 e avvenuti all’interno di una scuola per l’infanzia di Riolo Terme, il Giardino dei Sogni, di cui l’imputata, oggi 41enne, era all’epoca una supplente. Ieri pomeriggio, davanti al giudice Cecilia Calandra, rispondendo alle domande del Pm Cristina D’Aniello, ha testimoniato la madre di un bimbo che aveva lamentato graffi al polso provocati dall’imputata – difesa dall’avvocato Franco Ciro – durante uno dei frequenti strattona menti.

La donna ha riferito che un giorno, andando a prendere il figlio a scuola, la maestra le disse che aveva dovuto sgridarlo. La madre inizialmente si arrabbiò col piccolo, chiedendo cosa avesse fatto, quando ad un certo punto lui si mise a piangere e mostrò un segno rosso sul braccio, attribuendolo a un graffio della maestra. La donna tornò da lei chiedendo conto di quanto accaduto, ma l’educatrice negò, dicendo che il bambino si era fatto male giocando con un ramo.

Importante la testimonianza di una collega maestra, oggi ancora in servizio presso la materna a differenza dell’imputata. Quest’ultima, ha precisato la testimone, ricoprì il ruolo di supplenza di un’altra insegnante da gennaio a giugno 2019, con lei faceva due ore di compresenza in classe per cinque giorni a settimana. "La situazione era problematica e difficile per tutti – ha spiegato –. I bambini erano in pericolo". In che senso? la domanda del pubblico ministero. "Me lo dicevano le colleghe, le bidelle e le responsabili di plesso. Con me, che ero li da tre anni, i bambini erano molto tranquilli, mai un problema. Poi quando entravo per la compresenza li trovavo arrampicati sui mobili. Non so per quale motivo, forse la collega non riusciva a contenerli. E al mio arrivo subito si tranquillizzavano. I bambini mi dicevano con con lei non stavano volentieri in classe. Talvolta i più responsabili uscivano ad avvertire le bidelle che i compagni più esuberanti rischiavano di farsi male". L’insegnante ha inoltre detto di avere assistito a episodi in cui l’imputata afferrava i piccoli alunni per i polsi. "Loro mi mostravano i segni, dicendo che era “cattiva, ci tira e ci strattona“’. Le dissi più volte di non farlo più, lei si giustificava dicendo che erano molto maleducati. Sia io sia le mie colleghe le avevamo offerto un aiuto, che lei ha sempre rifiutato". A maggio 2019 era stata la supplente a denunciare per minacce alcuni genitori, lamentando aggressioni verbali del tipo "sono stanco di questa situazione della classe, faremo di tutto per non farti più insegnare. Ci sono 7-8 genitori che si lamentano di te". E ancora: "ti aspetto fuori", "ti faremo rossa". Vicenda, questa, finita con un nulla di fatto, sebbene per insufficienza di prove, ma che conferma quanto assai poco quella supplente si fosse fatta ben volere.

Lorenzo Priviato