Graziola, dal podere alla cittadella dello sport

La storia di mezzo secolo di interventi e progetti che hanno portato all’attuale investimento di tre milioni di euro

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‘Graziola’ era il nome di un podere all’interno dell’area di pertinenza della parrocchia di Celle. In quel podere, fra la nuova circonvallazione inaugurata da tre anni, nel ’68, e via Sant’Orsola, oltre mezzo secolo fa fu abbozzata la nuova zona sportiva di Faenza. Ideata quale ‘spazio per due nuovi campi di calcio’, come annunciò il Comune nel dicembre ’71, l’area sportiva ha travalicato i confini originari per iniziativa sia privata (il campo da golf) sia pubblica (il palaCattani), ma non è mai decollata come centro di aggregazione, anche se nel 2000 il sindaco Claudio Casadio ci provò lanciando l’idea della ‘cittadella dello sport’. E poiché ventidue anni dopo la terminologia ritorna e ora con investimento di tre milioni si prova a rilanciare e potenziare impianti e servizi, ecco la storia fluita in mezzo secolo in quel lembo di periferia cittadina con vista sulle colline.

All’inizio, si diceva, furono due campi da calcio, quelli oggi divisi dal vialetto intitolato agli ‘Atleti azzurri d’Italia’. La delibera fu approvata dal consiglio comunale (sindaco Assirelli) nell’autunno 1971 e con i campi si prevedevano anche due tribunette da 1.100 spettatori, due gruppi di spogliatoi, la casa del custode, i servizi per gli arbitri e il parcheggio antistante. Spesa preventivata, 82 milioni. Il progetto prevedeva pure due (assurdi) svincoli sfalsati dalla circonvallazione su quella che sarebbe diventata via Graziola. I lavori per i campi si conclusero dopo più di quattro anni, ma con una sola tribuna in cemento, e nel frattempo (era il 1974) fu messa a progetto (dall’Ufficio tecnico comunale) anche una grande pista di atletica in sostituzione di quella al ‘Bruno Neri’ da tempo in stato di abbandono: otto corsie, svincolo per i tremila siepi, due pedane per il salto in alto, due per il lungo e il triplo, una per l’asta, tre per i lanci e una per il giavellotto. Iniziati a fine anni Settanta, i lavori furono poi sospesi e ripresero nel 1983. Rispetto al progetto iniziale, la variazione più evidente è la riduzione delle corsie, da otto a sei. Ultimato nel 1985, l’impianto di atletica è stato intitolato al grande giavellottista faentino Raffaele Drei, per due volte campione italiano fra il 1939 e il ’43. Nel 2009 l’impianto è stato rinnovato con il rifacimento delle superfici sintetiche. Allo stesso tempo era stato attrezzato il campo per il tiro con l’arco. Fu con i finanziamenti per i mondiali di calcio a Roma che l’Amministrazione comunale cominciò a considerare l’area della Graziola come il futuro ‘quartiere dello sport’: lì, davanti ai campi da calcio realizzati quasi vent’anni prima, nel marzo del 1992 fu avviata la costruzione del nuovo palazzo dello sport, un cantiere concluso nel ’98 con una spesa di quasi dodici miliardi di lire, ma l’anno successivo il tetto cominciò a mostrare falle, il parquet a ogni pioggia si allagava e solo nel 2006 si intervenne. E arriviamo al progetto della ‘Cittadella dello sport’, come la chiamò l’assessore allo sport Claudio Ronchini (sindaco Claudio Casadio) presentandola alla stampa nell’ottobre 2004. L’idea di fondo era quella di dar vita a un centro polifunzionale: foresteria per gli atleti in trasferta, bar-ristorante, con ingresso da via Sant’Orsola, una palestra per la pallamano, attività creative, nuovi spogliatoi. Un sogno, inserito nel piano triennale con un finanziamento di due milioni di euro, rimasto però nel cassetto. Nel frattempo nel 2002, era stato allestito il quarto campo da calcio (145 milioni di lire) mentre già era operativo il campo da baseball. Nel 2021 sono state riqualificate alcune pedane per l’atletica e ora ecco tre milioni di euro per il rifacimento della pista, per un club house per gli atleti, nuovi spogliatoi, due piccoli campi da calcetto coperti, aree per attività sportiva. Il bar più vicino però sembra resterà a mezzo chilometro.

Carlo Raggi