"Ho sbagliato per ingenuità e umanità"

L’operatrice del Cuptel, che aveva sconsigliato il vaccino anti-Covid a una donna incinta faentina, ha perso il lavoro

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Ha pagato caro quei consigli non richiesti a una donna incinta faentina che voleva prenotare il vaccino, ed è stata licenziata. "Sono stata licenziata perché sono sincera e non so mentire, ma purtroppo ho peccato di ingenuità". Sceglie l’anonimato la donna di 51 anni di Cattolica (ex dipendente della Cooperativa Asso che gestisce il Cuptel di Cesena) che da un mese a questa parte si è ritrovata senza lavoro. Ora sta valutando se fare ricorso contro il licenziamento. E racconta la sua versione.

Partiamo da quella telefonata della donna che voleva prenotare la prima dose…

"Ricevevo tante telefonate come quella, gente indecisa che vuole consigli e noi di consigli non ne potevamo dare. Ma la gente insiste. Con quella signora di Faenza si è creata una sorta di empatia. Mi ha detto – è la sua versione – che era indecisa se vaccinarsi o meno, ho sentito che era preoccupata per eventuali conseguenze e ho fatto lo sbaglio di lasciarmi andare e mi è uscita quella frase: ‘Io se fossi in lei non lo farei’ (secondo chi aveva denunciato il fatto avrebbe invece detto: “ci penserei bene prima di far arrivare il vaccino a quella creatura“, ndr). Alla fine però le ho regolarmente prenotato la prima dose di vaccino".

E poi che è successo?

"Pochi giorni dopo vedo un articolo sul vostro giornale in cui il marito della donna mi accusava per aver dato dei consigli non richiesti alla moglie all’atto della prenotazione al Cuptel. Voglio rispondere a quell’utente che mi ha apostrofata come operatrice non professionale che mi ha fatto un danno gravissimo. Auguro tutto il bene del mondo, a lui, alla moglie e al bambino, ma non mi doveva fare questo".

Quali sono state le conseguenze?

"La cooperativa mi ha chiesto spiegazioni e ho provato a giustificarmi, ma il 28 settembre mi è arrivata una lettera di licenziamento ‘per giusta causa’. Il mio mondo è crollato, mi sono ritrovata improvvisamente senza un lavoro. Sola con una figlia di 20 anni da mantenere, al secondo anno di università, e non ho reddito. Vivevo con questo stipendio, e ora devo aspettare due mesi prima di poter chiedere la disoccupazione che non so neanche quando, e se, arriverà. Cerco di non deprimermi e di non abbattermi, ma è dura".

Ha provato a cercare un’altra occupazione?

"Sì, ma non sono più una ragazzina e non è semplice. Ho fatto questo lavoro come telefonista al Cuptel, per 16 anni, prima per una cooperativa di Rimini, poi da 10 anni a Cesena".

Ma perché ha dato quel consiglio?

"Ho dei valori, sono ingenua e non so mentire, e penso ancora alla mia età che le persone siano tutte buone. So che il mio dovere era solo quello di prenotare, ma la signora sembrava cercasse ascolto ed esprimeva il suo sfogo e il suo disagio. In me ha prevalso la carica di umanità".

Con chi ce l’ha?

"Non ce l’ho con l’azienda che mi ha licenziato, so che non hanno potuto far diversamente. Me la prendo con quel signore che ha deciso di denunciare questa storia. E questo è quello che succede quando si accusano a cuor leggero dei lavoratori che pur facendo il proprio dovere, sanno anche essere umani".

a. s.