Il calcio in dialetto romagnolo

Il dialetto romagnolo ha fatto propri anche i termini calcistici, benché di importazione o recenti, adattandoli all’ironia e alla sottile perfidia che caratterizzano i modi di dire. Così che, di chi non ne azzecca mai una, traducendo direttamente dall’inglese off side, si dice "Cs’a vùt dê-i mént a ló, ch’l’è sèmpar in öpse" (Ma cosa vuoi dare retta a lui, che è sempre in fuori gioco). Più semplice è la dialettizzazione dei termini italiani, come riportano Silvio Lombardi ed Ermanno Pasini in ‘E’ nöst dialet’: terzen da terzino, zéntratac da centravanti, alenadôr da allenatore. Solo il termine arbitro è rimasto tale e quale anche in dialetto, ma non così i nomi che gli vengono urlati: cvatrócc e vindù (quattrocchi e venduto).