Il Creato e la Bellezza dell’Accademia Bizantina

Il concerto di stasera a Sant’Apollinare in Classe sarà un vero e proprio viaggio alle origini della vita. Dirige Ottavio Dantone

Il Creato e la Bellezza dell’Accademia Bizantina

Il Creato e la Bellezza dell’Accademia Bizantina

L’invito è quello di "contemplare la bellezza del Creato". Questo il senso dello spettacolo del Ravenna Festival in programma oggi. Facciamo un passo indietro: nel rispondere alla lettera di un ammiratore, Franz Joseph Haydn confessa che, quando gli ostacoli sembrano insormontabili, ripete a se stesso: "forse un giorno il tuo lavoro sarà fonte di sollievo per chi è afflitto da preoccupazioni e dolori". Un esercizio motivazionale che ha portato frutto nella Creazione, oratorio traboccante di gratitudine e meraviglia di fronte al Creato. Alle 21.30 nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe, è Accademia Bizantina che, con la guida di Ottavio Dantone, ci riporta all’alba dei tempi: la contemplazione di un mondo ancora bambino, durante quei sette giorni che il libro della Genesi scandisce con le parole ’E fu sera e fu mattina’, titolo di questa XXXV edizione di Ravenna Festival. Accanto alla Bizantina – che compie quaranta splendidi anni di metodo, emozione ed affiatamento – c’è il Philharmonia Chor Wien diretto da Walter Zeh, mentre il soprano Charlotte Bowden è sia l’arcangelo Gabriel che Eva, il tenore Martin Vanberg si cala nei panni (alati) di Uriel e Andre Morsch è Raphael e il primo uomo Adam.

La scenografia? Quell’inno alla natura che è l’abside di Sant’Apollinare in Classe, il cui luminoso mosaico ritrae il santo in una verdeggiante vallata, brulicante di vita sotto il cielo stellato. L’appuntamento è possibile grazie al sostegno di RCCP Ravenna Civitas Cruise Port e sarà in diretta streaming su ravennafestival.live. Se i concerti di Accademia Bizantina sono sempre un viaggio a ritroso nell’epoca in cui una composizione è stata scritta questa volta, con la complicità di Haydn, il tragitto è vertiginoso. È l’origine del tutto, la Creazione del mondo così come concepita nella tradizione biblica, che il compositore tedesco ci invita a contemplare in musica. In un’opera come questa Haydn lascia affiorare un sentimento estraneo alla funzione che la musica aveva avuto per l’Ancien Règime; è la percezione di una superiorità morale dell’arte, capace di rivolgersi a chiunque senza distinzioni di classe – di offrire, insomma, consolazione e senso di appartenenza a una più ampia umanità.

Quando un Haydn non più giovane, ma libero dall’obbligo di residenza presso gli Esterházy, accettò l’invito dell’impresario Salomon e raggiunse Londra, scoprì di quanto successo godessero gli oratori di Händel. Tra i souvenir del secondo soggiorno londinese ci fu un libretto che Lindley aveva creato proprio per Händel ispirandosi alla Genesi e al Paradise Lost di Milton. Nella traduzione in tedesco del direttore della Biblioteca imperiale Gottfried van Swieten, quel testo divenne la base di Die Schöpfung, composta fra il 1779 e il 1778 ma eseguita per la prima volta al Nationaltheater di Vienna il 19 marzo del 1799. Sono i tre arcangeli – Raffaele, Gabriele e Uriele – a enunciare la narrativa della Creazione, secondo la tradizionale formale dell’oratorio. Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org; posto unico numerato 35 (ridotto 32); under 18 5 euro; Carta Giovani Nazionale (18-35 anni): sconto 50%.