Il Purgatorio, gioco per malati di Parkinson

Continua la serie ideata dall’azienda ravennate Cobblepot Games nel 700enario della morte del Poeta

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Il Purgatorio della Divina Commedia diventa un gioco da tavolo pensato per allenare le capacità cognitive dei malati di Parkinson e, più in generale, delle persone affette da malattie neurodegenerative. ‘Dante Alighieri Comedia Purgatorio’ è il titolo del secondo capitolo della serie di giochi di società ideata dall’azienda ravennate Cobblepot Games per il settecentenario della morte del Poeta.

Dopo la prima uscita ispirata all’Inferno, divenuta gioco ufficiale delle celebrazioni del 2021, sono in corso i lavori per ultimare il nuovo progetto, realizzato in collaborazione con l’associazione Ravenna Parkinson e studiato con l’aiuto di medici per coinvolgere anche pazienti con demenza e i rispettivi familiari. L’uscita è prevista per la prossima primavera. Si tratta di un gioco di carte: ogni partecipante deve giocare una carta dal proprio mazzo per avvicinarsi il più possibile a un valore definito, ma senza sforarlo, servendosi di una serie di indizi forniti dalle carte cedute o giocate, e da altri elementi che aiutano a prevedere il risultato. Al centro del tavolo si crea un "monte" fatto dalle carte abbinate ai vizi del Purgatorio, che man mano che si procede nella partita sale di cornice in cornice verso il Paradiso. Ci sono anche le virtù a indicare "la retta via" al giocatore. Ma se ‘Inferno’ seguiva la logica diabolica del ‘mors tua vita meà, ‘Purgatorio’ ha una meccanica collaborativa: i giocatori devono aiutarsi a vicenda per fare in modo che al centro del tavolo ci sia la somma di valori vincente. L’idea è di Gabriele Mari, game designer e a sua volta operatore nell’ambito della disabilità, ma la progettazione ha coinvolto anche sanitari e volontari nel settore dell’assistenza ai malati di Parkinson. "I medici ci hanno dato alcune linee guida – spiega il direttore della Cobblepot Games, Giacomo Santopietro –. Dovevamo pensare a un gioco in cui per esempio non fosse necessario tenere in mano le carte, ma anche prevedere la presenza dei caregiver, la cui partecipazione è agevolata dal meccanismo collaborativo del gioco: i giocatori, infatti, devono aiutarsi a vicenda perché l’errore di uno rischia di fare perdere tutti".