Il virus anche nelle cra: "Ma nessuno è grave"

L’aumento dei casi si riflette sulle strutture per anziani, ma senza i problemi di 2 anni fa. In assenza di grossi focolai le visite continuano

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Il virus è tornato crescere e a correre, forte della contagiosità che aumenta variante dopo variante. E così anche nel bel mezzo dell’estate, a maggior ragione ora che abbiamo abbandonato tutte le restrizioni, si stanno registrando numerosi casi e focolai. Le strutture per anziani purtroppo non sono immuni: e così anche qui, nei luoghi dove si trovano i più fragili, ci sono dei casi. Nei giorni scorsi è emerso un cluster con 5 ospiti positivi in una casa vacanze di Pinarella, ed è tutt’altro che un caso raro. In questo momento c’è un focolaio in corso alla cra Zalambani di Sant’Alberto, mentre altri due sono in via di risoluzione alla cra Maccabelli di Russi e alla rsa Galla Placidia. Nei giorni scorsi alcuni casi sporadici si sono registrati anche alla cra Santa Teresa. È probabile che queste strutture non siano le sole in questa situazione, ma solo le più grandi e le più conosciute. Va detto che da quando ci sono i vaccini il virus non fa più i danni che ha prodotto nell’autunno del 2020, con numerosi decessi tra i più anziani.

"Di cluster ne sono sempre emersi, non soltanto nelle ultime settimane ma anche prima – spiega Giacomo Vici, direttore del consorzio Solco –. Purtroppo quando il virus entra all’interno di una struttura la contagiosità c’è e quindi i numeri sono importanti. Allo stesso tempo fortunatamente non ci sono casi gravi, quindi sono focolai estesi ma che allo stesso tempo non generano situazioni pericolose". In compenso purtroppo con grandi focolai le strutture vengono chiuse alla visite dei famigliari: "In quei casi ci arriva il provvedimento di chiusura dell’Ausl – aggiunge Vici –. In compenso in assenza di questi problemi le strutture sono aperte e cerchiamo di sfruttare molto le visite all’esterno. Chiediamo ai famigliari di presentarsi su appuntamento, ma le visite sono molto più frequenti rispetto a qualche mese fa".

Alla cra Santa Teresa la settimana scorsa è risultato positivo un operatore, poi negativizzatosi, e lo stesso vale per due anziani: "Ora abbiamo in programma i tamponi di verifica – dice Stella Coppola, responsabile della Coop Dolce che gestisce la struttura –. Quando in una struttura c’è anche solo una positività tutti siamo sottoposti ai test da parte dell’Ausl, ma ciò che conta è che chi si ammala poi si negativizza dopo poco e la cosa finisce velocemente".

La cra Santa Teresa non ha chiuso alle visite nelle ultime settimane: "Chiaramente sia gli anziani che i parenti devono indossare i presidi anticontagio, e i famigliari devono prenotarsi: evitiamo di creare calca – prosegue Coppola –. Servono Green pass e ffp2, nemmeno il personale del resto ha mai abbandonato l’uso della mascherina. Nel caso in cui ci siano delle positività ma non un vero e proprio focolaio le visite continuano, e si fermano temporaneamente solo per l’ospite col Covid. Se si creasse un focolaio l’Ausl ci chiederebbe di chiudere alle visite: speriamo che non succeda mai, ma la vedo dura". Del resto, come spiegano da Santa Teresa, "i due anni di chiusura sono stati davvero duri, e visto che ora c’è la possibilità di fare visite anche all’aperto non c’è motivo di chiudere".

Sara Servadei