Il voto utile? Solo quello per il Terzo polo

Un paio di anni fa mi dedicaste una intervista della domenica, che conservo tra i miei cari ricordi. C’era la biografia di cui vado orgoglioso, di ragazzo che affiggeva i manifesti elettorali delle Dc nel ‘48, devoto a De Gasperi e poi a Moro, democristiano finchè è stato possibile. Poi al Pd, attraverso passaggi intermedi, iscritto fino al 2016 ma mai con la passione della prima parte della mia vita. Oggi riscopro l’orgoglio di essere italiano grazie all’italiano più rispettato nel mondo, quello che con lungimiranza riesce persino a indicare la strada ai partner europei più riluttanti, costretti prima o poi a convenire con lui (vedi tetto al prezzo del gas). Non si vedono all’orizzonte figure che possano salvaguardare meglio di Draghi il ruolo internazionale dell’Italia, che oggi non è solo questione di prestigio, ma fondi per investimenti e contenimento delle bollette. Sembra un’impresa dura, lo so, ma mi aggrappo a quella speranza e andrò a votare tra pochi giorni. A votare per Calenda e Renzi, gli unici che con umiltà si propongono di mantenere alla barra di comando il migliore di tutti. Altro che bipolarismo muscolare e da trent’anni inconcludente: il voto utile sarà quello per il Terzo Polo. Solo un Terzo polo forte oltre ogni aspettativa può portare a realizzare lo scenario oggi poco probabile ma di gran lunga più rassicurante per gli interessi dell’Italia.

Romano Argnani

Ex assessore comunale