Lorenzo Priviato
Cronaca

Raid incendiario al parco Teodorico: “Atto mirato, non è una bravata“

Preso di mira il punto ristoro, tre gli inneschi. In passato altri episodi FOTO I danni

Loredana Corona, che gestisce il bar del parco dal marzo 2013, mostra la copertura del gazebo danneggiata (Foto Zani)

Ravenna, 4 giugno 2015 - Il rogo appiccato in tre punti diversi e distanti. Ai cassonetti della differenziata, poi i vandali hanno preso di mira il bar, incendiando un divano sotto la veranda estiva e la copertura del gazebo, col fuoco che ha crepato una vetrata e intaccato il legno della struttura.

Loredana Corona gestisce dal marzo 2013 il punto ristoro all’interno del parco Teodorico (foto), forse l’area verde più prestigiosa della città. Con piccole angherie e furti aveva già dovuto fare i conti, ma stavolta il livello della sfida si è alzato. Cosa che la porta a escludere la semplice bravata e a parlare di «gesto mirato». I danni sono rimasti relativamente contenuti, questo solo perché le fiamme si sono auto estinte. Ma non si esclude che la volontà dei piromani fosse quella di distruggere il bar.

Questa è anche la sua idea, signora Corona?

«Non penso a una semplice bravata. Forse lo erano gli episodi precedenti: porte scassinate e furti, un’altra vetrata rotta, qualche scritta rinvenuta. Stavolta mi viene da pensare: qualcuno ce l’ha con me».

Quando e chi l’ha informata?

«Martedì si è svolta la festa di inizio estate ed è andato tutto bene. Sono andata via verso le 23.30, ho fatto il solito giro di controllo ed era tutto in ordine. Stamattina (ieri; ndr), verso le 7.30, mi ha telefonato il custode del parco e mi ha detto che era stato appiccato il fuoco».

Qualche sospetto?

«In realtà no. Potrei sospettare di mille persone, poi magari non c’entrano nulla. Durante il giorno l’area è molto tranquilla. Famiglie, bambini. Anche gli stranieri che frequentano l’area sono molto rispettosi. Ma è risaputo che la notte può entrare chiunque».

In che senso?

«Io ho in gestione il bar, la coop San Vitale la custodia. Ma quando i cancelli vengono chiusi, alle 21 da maggio a luglio, tranne che in occasione di eventi particolari quando vengono chiusi più tardi, dentro non resta più nessuno. La recinzione è alta uno e settanta, non ci sono telecamere né illuminazione pubblica, tranne piccoli punti luci a terra. L’area del bar è completamente al buio».

Dunque spetterebbe al Comune porre rimedio.

«Non voglio distribuire colpe ma ritengo di sì. Io sono responsabile delle attrezzature del bar, sono anche assicurata contro i danni, ma non penso di dover provvedere io alla videosorveglianza di un’area pubblica. Basterebbe una telecamera, puntata sul locale, almeno come deterrente. Altri episodi ne sono accaduti, persino danneggiamenti all’area giochi».

E cosa le è stato risposto?

«Un custode mi disse, ‘mettiti l’animo in pace, qui i danni li hanno sempre fatti’. Non credo sia una risposta al problema».

Tornando all’altra notte, possibile che nessuno si sia accorto di nulla?

«Hanno bruciato della plastica e un divano in vimini, credo che un po’ di fumo e di odore acro si siano diffusi nell’aria. La via Pomposa, che costeggia il parco, è molto abitata. Se qualcuno ha visto qualcosa o notato movimenti sospetti, mi appello al suo senso civico e chiedo che si faccia vivo».