L'inceneritore di Ravenna chiude a fine anno

Lo stop della Regione: i rifiuti urbani non potranno più essere portati nell’impianto. Bonaccini: "Svolta ecologica". Avanti con la raccolta rifiuti in Adriatico

L’inceneritore di Ravenna

L’inceneritore di Ravenna

Ravenna, 1 luglio 2019 - Stop all’inceneritore di Ravenna: a fine anno, i rifiuti urbani non potranno più essere portati nell’impianto. A spegnerlo è la Regione con una decisione che è il frutto del lavoro di squadra tra  appunto  Regione, Comune di Ravenna ed Hera che insieme hanno definito la road map che porterà allo chiusua. Un lasso di tempo che servirà per gli adempimenti tecnici e organizzativi.  Per quanto riguarda invece l’impianto di Piacenza, sentita l’amministrazione comunale, per ora rimarrà in esercizio, anche in attesa degli effetti derivanti dall’aggiudicazione della nuova gara di affidamento del servizio.

Il presidente Bonaccini insieme all'assessore Gazzolo e al sindaco De Pascale
Il presidente Bonaccini insieme all'assessore Gazzolo e al sindaco De Pascale

La chiusura non compromette l’autosufficienza della regione nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti che sarà garantita, da un lato, attraverso l’efficace utilizzo degli altri impianti presenti nel territorio e dall’altro, dall’aumento della raccolta differenziata che sta centrando l’obiettivo del 73% entro il 2020, essendo arrivata al 68% nel 2018 (+3,7% sull’anno precedente).

“Quando tre anni fa abbiamo approvato il Piano regionale dei rifiuti - spiega il presidente della Regione, Stefano Bonaccini - l’avevamo detto in modo chiaro: volevamo una svolta ecologica nella nostra regione con un progressivo spegnimento degli inceneritori e un aumento sensibile della raccolta differenziata. Stiamo centrando gli obiettivi. La settimana scorsa i dati positivi della differenziata con la forte crescita avuta nel 2018 e ora la chiusura dell’Ire di Ravenna. Un passo concreto che va nella direzione del superamento dei termovalorizzatori, reso possibile dall’impegno dell’amministrazione ravennate, dai tecnici di Hera e soprattutto grazie ai cittadini che, cambiando le loro abitudini, stanno rendendo possibile quello che fino a pochi anni fa non era pensabile: riciclare sempre più per azzerare i rifiuti indifferenziati”.

Lo sforzo fatto dai cittadini dell’Emilia-Romagna dimostra che già 81 Comuni nel 2018 hanno adottato sistemi di tariffazione puntuale tali da consentire di misurare il rifiuto prodotto e di pagare per quanto si butta come prevede la legge regionale 16 del 2015 sull’economia circolare di cui il Piano dei rifiuti è strumento attuatore. La riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati, del 6,8% rispetto al 2017, è addirittura superiore alle previsioni. La raccolta differenziata ha raggiunto il record del 68% e i conferimenti in discarica sono al 4,9%, già sotto l’obiettivo del 10% fissato dall’Europa per il 2035.

“A tre anni dall’approvazione del Piano regionale dei rifiuti - spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo -, si conferma quanto sempre sostenuto: gli impianti si usano finché servono e si chiudono quando non servono più secondo una valutazione complessiva di sostenibilità ambientale che tiene in considerazione la loro anzianità, le tecnologie a disposizione, il livello di efficienza e quindi gli impatti ambientali. La chiusura del termovalorizzatore di Ravenna, il più obsoleto della regione, è una conseguenza diretta della riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati delle province di Ravenna e Forlì-Cesena”.

“La conferma di un impegno importante preso nel nostro territorio che va verso una concezione più moderna della gestione del ciclo dei rifiuti - spiega il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale -. L’impianto di Ravenna viene chiuso perché è troppo piccolo ed è il più vecchio della regione con le peggiori performance emissive. Ravenna è stata una delle poche province che è andata a gara per il sistema di raccolta rifiuti. Questo ha impedito negli ultimi anni di effettuare cambiamenti radicali al sistema di raccolta che invece stanno avvenendo proprio in questi mesi e che già stanno dando risultati estremamente positivi. Quindi Ravenna vedrà la chiusura dell’Ire e al contempo un aumento molto significativo delle sue percentuali di raccolta differenziata”.

Lotta alla plastica

I pescatori potranno raccogliere i rifiuti in Adriatico senza pagare la tariffa di servizio portuale. La disposizione è operativa da subito e permette di dare piena attuazione a quanto già previsto dal Piani di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico, già adottati dalla Capitanerie di porto d’intesa con la Regione per i porti di Rimini, Bellaria, Cattolica, Cesenatico, Goro, Gorino, Porto Garibaldi e Riccione. Un incentivo a difesa dell’intero ecosistema marino.

"Vogliamo diventare una regione senza plastica, plastic free - ribadisce Bonaccini - : domani entra in vigore la direttiva europea contro la plastica monouso e già nelle prossime settimane approveremo in Giunta la strategia regionale per darne attuazione anticipata rispetto alla scadenza del 2021, con misure integrate e coerenti per raggiungere l’obiettivo. Abbiamo gli esempi di alcuni comuni virtuosi, come Rimini e Coriano, che hanno bandito la plastica sulle spiagge o nei loro territori".