Isola: "Sullo stadio va trovato un equilibro fra chi lo gestisce un mese e chi undici"

Ieri le commissioni turismo e sport hanno discusso del futuro della gestione del ’Bruno Neri’. Si prevede che la Cooperativa dei Manfredi lascerà nel 2024

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È cominciata ieri la triangolazione fra il Comune di Faenza, la Cooperativa dei Manfredi e il Faenza Calcio: obiettivo, hanno specificato il sindaco Isola e la dirigente Benedetta Diamanti davanti ai componenti delle commissioni seconda e quarta – quelle dedicate a Turismo e Cultura e sport – individuare un futuro per la gestione dello stadio Bruno Neri, una volta che sarà andata ad esaurimento l’attuale convenzione con la cooperativa, che ha scadenza al 31 dicembre 2024.

Le due parti – Cooperativa e Faenza Calcio – com’è noto non sono in ottimi rapporti: anche per questo il Comune sta fungendo quale una sorta di intermediario fra i due, almeno fino al 31 dicembre 2024, quando scadrà la convenzione con cui la Cooperativa dei Manfredi gestisce il Bruno Neri. "A quel punto la Cooperativa cederà probabilmente la gestione del ramo d’azienda che si occupa della gestione dello stadio, per concentrarsi su quella del centro civico", ha ipotizzato in commissione la dirigente del settore Cultura Benedetta Diamanti. Secondo la quale "all’epoca della sottoscrizione della convenzione forse la cooperativa immaginava che le altre attività tenute allo stadio potessero essere una fonte di risorse da utilizzare anche per garantire il buon andamento convenzione". La ventilata soluzione di un terzo contraente "se riesce a trovare un equilibrio fra gli interessi di tutti può essere una buona idea". Chi sono quei ‘tutti’? "Anche il Tennis Club", ha fatto notare il sindaco, "avrebbe bisogno di svilupparsi rispetto a una domanda che non trova risposta adeguata. Ma al Bruno Neri tre soggetti stanno stretti".

In commissione si è parlato anche del fantomatico ‘Paliodromo’ in cui potrebbe migrare il Niballo, e oltre ad esso la Bigorda oppure un eventuale secondo Palio: "Sul Paliodromo ci è stata chiesta una riflessione. Noi abbiamo offerto una suggestione, fatto fare uno studio, riflettuto con i rioni. L’ipotesi consentirebbe di dare una soluzione a quella che è una fragilità del mondo del Niballo, e cioè l’assenza di una scuola di equitazione. Il sì o il no al Paliodromo è in capo ai rioni: o ci credono, decidendo in qualche modo di diventare imprenditori di se stessi, oppure non si può imporre, in quanto verrebbe a mancare il presupposto identitario".

Davanti alle domande del consigliere di Fratelli d’Italia Stefano Bertozzi, è parsa arrivare la rassicurazione che nessuno verrà sfrattato: "Nessun soggetto riguardo al Bruno Neri è intitolato a dare patenti di storicità. Dobbiamo trovare un equilibrio fra chi gestisce lo stadio per undici mesi e chi per un mese".

Filippo Donati