Testimonianza della guerra in Ucraina: "La gente cerca di scappare, c’è fila per l’acqua"

Roberto Marcuccio, faentino, vive a Mykolaïv. "Hanno bombardato un piccolo aeroporto militare qui vicino. Ora, per via delle legge marziale, non ci è permesso lasciare il Paese. La preoccupazione è tanta"

Roberto Marcuccio, 48enne originario di Faenza, vive assieme alla moglie e al figlio di 6 anni a Mykolaïv, nel sud dell’Ucraina. Nel Paese ha ovviamente la sua casa e la sua attività, che si occupa di stampe pubblicitarie.

Attacco della Russia all'Ucraina, nel riquadro a sinistra Roberto Marcuccio
Attacco della Russia all'Ucraina, nel riquadro a sinistra Roberto Marcuccio

Marcuccio, com’è la situazione nella città in cui vive?

"Questa mattina alle 4 mi sono alzato e ho sentito un aereo passare sopra di me. Non era un aereo commerciale, il suono è quello che senti di solito nei film di guerra. Al risveglio abbiamo letto che hanno bombardato un piccolo aeroporto militare qui vicino. Siamo a un’ora da Odessa, vicino alla Crimea".

Temeva che sarebbe iniziata la guerra?

"Una settimana fa nessuno pensava che si potesse arrivare a tanto. L’invasione nel Donbass è una guerra già in essere dal 2014, quindi la popolazione ucraina non ha dato più di tanto peso al fatto che Putin abbia dichiarato le regioni indipendenti. Ora siamo tutti preoccupati. La gente è in giro per strada con le valigie, cerca di scappare".

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Vuole andarsene?

"Nei giorni scorsi la Farnesina ha consigliato di andarsene. Chi poteva, perché aveva la possibilità economica o la doppia casa, lo ha fatto. Ma io ho una moglie ucraina e un bimbo, viviamo alla giornata e non abbiamo soldi da parte. Dove vado? I miei genitori sono anziani. E poi con cosa vivo, e per quanto?"

Cosa chiede allo Stato?

"Sono arrabbiato, lo Stato italiano avrebbe dovuto disporre degli aiuti reali e concreti. Avrebbe dovuto darci una corsia preferenziale di uscita con le nostre auto, un lasciapassare, una sistemazione e un sostegno momentaneo, per qualche mese. Ma non lo ha fatto e ora, per via della legge marziale, non ci è permesso di lasciare il Paese".

Da quanto vive in Ucraina?

"Da 4 anni. Prima in Italia la mia azienda non è andata bene e mia moglie preferiva vivere qui, così ci siamo trasferiti e abbiamo iniziato una vita nuova".

Ha un bambino piccolo. Gli ha spiegato cosa sta accadendo?

"Cerchiamo di non farglielo capire. Ora è con la nonna, io e mia moglie siamo venuti nella sede della nostra azienda dove c’è internet veloce per parlare con i parenti e per fare benzina. Le dogane sono chiuse, c’è la fila per l’acqua, per la benzina e per fare bancomat. Tra l’altro noi abbiamo il bancomat italiano scaduto e i soldi bloccati. Da un mese cerchiamo di contattare la banca faentina per questo, senza successo".

Ha sentito i suoi genitori?

"Tramite whatsapp. Si vocifera però che presto staccheranno luce, gas e tutto quanto".