La lettera del vicesindaco "Servono più telecamere"

Fusignani scrive al settore Lavori pubblici del Comune: "Occorre stanziare ogni anno 200mila euro per aumentare la videosorveglianza sul territorio".

La lettera del vicesindaco  "Servono più telecamere"

La lettera del vicesindaco "Servono più telecamere"

Ogni anno nuove telecamere a sorvegliare il territorio, per un importo di 200mila euro. È la richiesta che il vicesindaco con delega alla Sicurezza Eugenio Fusignani ha fatto nei giorni scorsi al settore Lavori pubblici del Comune tramite una lettera. Ciò che il vicesindaco chiede è che vengano previsti i fondi nel piano investimenti. "Secondo me è un’esigenza fondamentale per il Comune di Ravenna e continuo a sostenerlo – spiega Fusignani –. La videosorveglianza è un deterrente e un ausilio importante per il controllo del territorio, specialmente per un Comune vasto come il nostro". Il vicesindaco dice di non aver ottenuto risposta per il momento alla lettera inviata ai Lavori pubblici del suo stesso Comune, e l’impressione è che sull’argomento non ci sia compattezza all’interno della giunta.

Nel frattempo Palazzo Merlato sta lavorando per installare un centinaio di telecamere in venti punti del forese, oltre a una ventina di varchi lettura targhe. Fusignani prevede che l’appalto per installarli andrà a gara entro giugno per avviare il cantiere a settembre. Si troveranno tutti nel forese: a Mezzano, Savio, Mandriole, San Pietro in Vincoli, Sant’Antonio, Piangipane, Sant’Alberto, Casal Borsetti, Coccolia, San Zaccaria, Casemurate, Castiglione di Ravenna, Carraie, Osteria e Camerlona. Inoltre Fusignani sostiene la necessità di installare telecamere "nella zona artigianale di Fosso Ghiaia e nei lidi sud, in particolare a Lido di Classe, dove ci sono alcune situazioni non allarmanti ma che devono essere tenute sotto controllo".

Sul tema dei furti in appartamento, che da anni vede la città tristemente prima nelle classifiche stilate dal Sole 24 Ore relative alle denunce presentate nelle province italiane, Fusignani ridimensiona il problema: "Molte denunce rientrano nella tipologia dei ’furti in abitazione’, ma non sono davvero furti in appartamento. Non è l’effrazione in casa, dove entrano e frugano ovunque: quella tipologia di furto da noi è molto limitata. I ravennati però hanno uno spiccato senso civico e denunciano tutto, come è bene che sia. E così ci ritroviamo di fronte al paradosso di essere primi, mentre altrove si denuncia meno perché il territorio non è controllato dallo Stato, ma da altri".

Il vicesindaco sostiene che a Ravenna in particolare ci siano due ’casi scuola’, esemplificativi della situazione: "Il primo è la denuncia per il furto di due nanetti da giardino e il secondo è quello di una canna per l’irrigazione. Questi episodi, nella casistica del Ministero, finiscono per essere classificati come ’furti in abitazione’. Minimizzare sulla sicurezza significherebbe banalizzare il problema, ma ingigantire le questioni è da irresponsabili: si crea panico inutile e sfiducia verso le istituzioni".